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Forse non è un caso che quando ci guardiamo allo specchio la nostra mente alle volte parte per la tangente ed inizia lei stessa a ... riflettere ! Pubblichiamo qui le nostre riflessioni su argomenti di attualità. I lettori sono (perché no?) invitati ad inviarci le loro !
di Carmen Palazzolo
Il 25 novembre di questo infausto 2020, rattristato dall’emergenza delle infezioni dal covid-19, si è veramente molto parlato alla televisione e scritto sui giornali della violenza sulle donne anche perché dai dati statistici risulta che il forzato isolamento o semi-isolamento indotto dalla succitata infezione ha aumento le violenze domestiche.
di Carmen Palazzolo
Proprio così! È da qualche giorno che ci penso. Con l’inizio dell’anno scolastico quest’anno gli studenti corrono il rischio di infezione da covid-19 anche andando e tornando da scuola in autobus, perché questi sono troppo affollati, non consentono il mantenimento della distanza di sicurezza e l’affollamento stabilito dell’80 %, monitorato a distanza a quanto affermano i dirigenti di TriesteTrasporti, non è immediato né esiste un controllo sul posto, che non può essere affidato agli autisti – dicono le autorità suddette – ai quali è affidato solo l’importante compito della guida.
di Carmen Palazzolo
Le considerazioni di un’insegnante in pensione, madre di insegnanti e nonna
Bambini e giovani devono essere istruiti e quindi le scuole devono essere riaperte anche se le infezioni da covid-19, a quanto dicono giornali e televisione, non sono diminuite stanno anzi aumentando.
Sono stati presi dei provvedimenti, i più importanti dei quali mi sembrano la diminuzione del numero di allievi per classe e l’assunzione di nuovi insegnanti per far fronte al conseguente aumento del numero delle classi – verranno assunti ben 25.000 supplenti - e l’acquisto di nuovi tavolini monoposto con rotelle per meglio adibirli agli usi che si rendono necessari. Dovrà poi essere cura dei genitori misurare ogni mattina la temperatura dei figli prima di mandarli a scuola. Non c’è nulla da eccepire su classi e insegnanti ma era proprio necessaria la spesa di nuovi tavolini monoposto – addirittura 2,5 milioni - , dal momento che questi esistono già anche se sono senza rotelle? Perché le rotelle possono anche rispondere a qualche bisogno utilitaristico, specie degli adulti, ma rispondono pure al bisogno di movimento dei ragazzi e alla loro birichineria per cui, da vecchia insegnante, io li vedo “camminare” per l’aula, altro che distanziamento controllato!
di Anna Piccioni
Il giorno 5 agosto ho organizzato all'ex lavatoio di San Giacomo un incontro dal titolo “Quanto è percepita la fragilità della Pace?” con Anna Maria Mozzi del Comitato Pace e convivenza e Danilo Dolci. Non è stata una conferenza sulla pace, ma un momento di confronto con il pubblico presente. Sono state utili le informazioni fornite da Anna Maria Mozzi, che ho aggiunto alla fine di questa mia riflessione scritta.
Certo in queste giornate afose è stato un po' insolito affrontare il tema della Pace. Da 75 anni l'Europa è in Pace??? Non dimentichiamo la guerra dei Balcani così vicina a noi nello spazio e nel tempo! Il 6 e il 9 agosto di 75 anni fa il lancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che fecero una strage di civili: donne, uomini bambini. Le conseguenze si sono propagate per anni. Per gli Americani è stata la “soluzione finale” per concludere “degnamente” il conflitto mondiale. E pur conoscendo le conseguenze del nucleare molte potenze si diedero a procurarsi le testate nucleari, sempre più potenti.
di Carmen Palazzolo
È da quando sono entrate in vigore le norme contro l’infezione da coronavirus che viene alla mente il Decamerone
Ricordate? Era il 1348 e a Firenze era scoppiata un’epidemia di peste. Per sfuggire al contagio dieci giovani (tre ragazzi e sette ragazze) decidono di soggiornare per due settimane in due residenze nel contado, dove trascorrono il tempo tra balli, canti e il racconto di novelle.
L’analogia si ferma purtroppo all’appartarsi perché tutto il resto è diverso: le epidemie a quei tempi riguardavano un piccolo e circoscritto territorio, ora siamo di fronte a una pandemia.
di Patrizia Lucchi
Che dire? E’ un virus che tende a rendere arroganti i padroni dei cani, almeno qui dove vivo io, un tempo nota come “l’isola felice”. Perché arroganti? Perché additano alla gogna gli anziani che fanno la passeggiatina, ma ritengono sia loro diritto portare a passeggio i cani. Ma il problema sono i cani o i padroni o gli anziani?
E Madre Terra si ribellò. Non sono servite catastrofi:terremoti, alluvioni,inondazioni. Ha dato mille segnali all'uomo per fargli capire che “non ce la faceva più”; ma l'uomo ha continuato a consumare a coltivare la sua individualità. Un'individualità che non va oltre al suo spazio vitale; nemmeno delle generazioni future si preoccupa più.
Allora la natura pensò all'infinitamente piccolo, a qualcosa di microscopico che non fosse percepibile da nessun senso, ma che incutesse una terribile paura di morire. Questa è l'unica paura che può fermare l'umanità, che poi è una paura incomprensibile visto che la morte fa parte della vita. L'uomo ha paura della sofferenza: di morire soffrendo! Questo virus sembra aver costretto l'uomo a riscoprirsi a considerare la sua fragilità forse a ritrovare la sua umanità.
Quando tutto questo sarà finito e grande gioia si riverserà nelle strade, mi chiedo quanto tempo ci vorrà per dimenticare che “si sta...come d'autunno...sugli alberi...le foglie”
Viva internet!
L’emergenza coronavirus continua perché la diffusione del contagio, anziché diminuire, aumenta e si diffonde nel mondo… e finalmente comincia una presa di coscienza generale del rischio: le persone si muovono meno, cercano di rispettare le distanze l’uno dall’altro, si vede qualche mascherina, l’uso dei guanti. Grande e giustificata è la preoccupazione delle ripercussioni del rischio del contagio sull’economia perché il turismo sta segnando una battuta d’arresto e così la stagione sciistica col vuoto degli alberghi. Questo solo per accennare alle cose più eclatanti e di cui si parla di più ma c’è anche la preoccupazione degli insegnanti, degli studenti e delle famiglie per la chiusura delle scuole che, secondo le ultime voci potrebbe protrarsi fino alla fine di marzo.
di Anna Piccioni
Scrissi le riflessioni che seguono vent'anni fa, ma le cose non sono cambiate.
“Sarebbe bello poter definire la parola “civiltà” con semplicità e precisione, come si definisce una retta, un triangolo, un corpo chimico…Purtroppo, il vocabolario delle scienze umane non consente di formulare definizioni valide una volta per tutte. Anche se non tutto è incerto o in divenire, la maggior parte di questi termini, ben lungi dal potersi fissare definitivamente, non cessa di variare da un autore all’altro e di subire sotto i nostri occhi una continua evoluzione”[1].
di Carmen Palazzolo
Le riflessioni di un’esule di prima generazione
Lunedì, 10 febbraio 2020, ricorre il 73°anniversario della firma del trattato di pace di Parigi, che assegnava l’Istria, Fiume, parte della Dalmazia e alcune isole del Quarnero, italiane per poco più di un ventennio ma di antica civiltà romano-veneta, alla Jugoslavia.
Nel 2004 una legge (30.03.2004, n. 92) ha proclamato il 10 febbraio “Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
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