di Carmen Palazzolo
Le considerazioni di un’insegnante in pensione, madre di insegnanti e nonna
Bambini e giovani devono essere istruiti e quindi le scuole devono essere riaperte anche se le infezioni da covid-19, a quanto dicono giornali e televisione, non sono diminuite stanno anzi aumentando.
Sono stati presi dei provvedimenti, i più importanti dei quali mi sembrano la diminuzione del numero di allievi per classe e l’assunzione di nuovi insegnanti per far fronte al conseguente aumento del numero delle classi – verranno assunti ben 25.000 supplenti - e l’acquisto di nuovi tavolini monoposto con rotelle per meglio adibirli agli usi che si rendono necessari. Dovrà poi essere cura dei genitori misurare ogni mattina la temperatura dei figli prima di mandarli a scuola. Non c’è nulla da eccepire su classi e insegnanti ma era proprio necessaria la spesa di nuovi tavolini monoposto – addirittura 2,5 milioni - , dal momento che questi esistono già anche se sono senza rotelle? Perché le rotelle possono anche rispondere a qualche bisogno utilitaristico, specie degli adulti, ma rispondono pure al bisogno di movimento dei ragazzi e alla loro birichineria per cui, da vecchia insegnante, io li vedo “camminare” per l’aula, altro che distanziamento controllato!
Se poi uno scolaro prende l’infezione bisognerà che i compagni e gli insegnanti vengano sottoposti all’esame del tampone e, in attesa della risposta, rimangano in isolamento. Non parliamo di quel che succederà se l’infezione la prende uno degli insegnanti che hanno tante classi come quelli di religione, educazione motoria e musicale in cui bisognerà far eseguire il tampone a una massa considerevole di persone. Per quanto riguarda poi l’esame del tampone, sembra che non basti uno ma siano necessari i risultati negativi di due tamponi eseguiti a 24 ore di distanza l’uno dall’altro per avere la certezza dell’assenza dell’infezione. Ciò è suffragato dalla risposta datami da un laboratorio dopo essermi sottoposta a un tampone dopo un soggiorno in Croazia, come disposto dal governatore della regione Friuli Venezia Giulia per chi rientra in questo territorio dal suddetto Paese. Il suddetto referto così testualmente dice: “Nessuna rilevazione di RNA di coronavirus SARS-Cov-2 (COVID-19) nel tampone. Il test di un singolo tampone rinofaringeo può non essere sufficiente per escludere la presenza di infezione da SARS-Cov-2 “.
Ciò dice – a mio avviso – che siamo sempre all’oscuro di molti aspetti di quest’infezione che sta interessando tutta la terra e che finché non si conosce questo virus e non si impara a prevenirne l’infezione e a curarlo occorre usare la massima prudenza e che, al momento, solo l’isolamento sembra essere la prevenzione più utile.
E siamo sicuri che i genitori misureranno o faranno misurare ogni giorno la temperatura ai ragazzi prima di accompagnarli/mandarli a scuola e sapranno distinguere e sarà possibile distinguere un rialzo della temperatura dovuto a coronavirus da quello di una normale influenza? Non solo, tutti i genitori lavoratori, di fronte alla difficoltà di sorveglianza e cura di un bambino ammalato, avranno il senso di responsabilità civica di tenerlo a casa? Solo? Affidato a chi?
Sono problemi non indifferenti di vita vissuta, reale.
Non parliamo poi della massa di persone che mette in movimento la ripresa scolastica dei più piccoli, in cui sono coinvolti, oltre ai genitori, nonni, zii, baby sitter e quant’altri possono aiutare i genitori lavoratori negli accompagnamenti e nella sorveglianza dei bambini in loro assenza.
Temo pertanto che, poco dopo la loro apertura si dovrà ritornare alla chiusura delle scuole e all’insegnamento/apprendimento one line, perché non so se ci sono altre alternative.
Un tanto per un’analisi molto sintetica e superficiale della situazione che sta per crearsi.