il blog
Articoli che raccontano le vicende delle nostre terre, a volte travagliate e controverse, a volte affascinanti e poco note.
di Patrizia Lucchi Vedaldi
Continuando l'analisi dei beni degli optanti (vedi il precedente articolo La Verità sui Beni degli Optanti?), in questo articolo mi occuperò della seconda parte dell'allinea 10 dell'art. 2 dell'accordo di Belgrado perché ad oggi non viene affrontato ed è quella che riguarda direttamente la mia famiglia.
di Giovanni Musco
Dal 2001 le Autorità della Regione Istriana ogni anno celebrano solennemente l’approvazione dopo anni di bocciature da parte della Corte Costituzione della Repubblica Croata dello Statuto della Regione Istriana che riconosce la lingua italiana giuridicamente equiparata nell’uso ufficiale nell’ambito di una comunità multietnica, multiculturale e plurilingue nella quale si riconosce e tutela la libertà dei cittadini di esprimersi e viene salvaguardata la dignità dell’individuo.
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Una proposta di lettura di Patrizia Lucchi Vedaldi
1. PREMESSA
Il 28 novembre 1954 Indro Montanelli pubblicò sul «Corriere della Sera» un articolo -ad oggi ben noto nel mondo degli esuli e dei loro discendenti- intitolato: ”Hanno perso tutto non chiedono nulla”.
da Corfù a Venezia – dalle storie di famiglia alle storie di città
di Patrizia Lucchi Vedaldi da un'idea di Nicoletta Cesca pronipote di Amalia Scordilli
Preciso innanzi tutto che il mio interesse per san Spiridione è dettato da un motivo affettivo. Spiridione era il nome di mio padre. Il suo funerale ebbe luogo nella chiesa di San Nicolò del Lido di Venezia dove un altare è dedicato a san Spiridione. Il caso volle che commemorammo la morte di mamma nella chiesa veneziana di San Biagio dei Marinai che conserva anch'essa un'effige del santo. La grande amicizia con Nicoletta Cesca, pronipote di Amalia Scordilli di Belvedere Coriano nata a Trieste il 18 dicembre 1865, mi ha ulteriormente spronato ad affrontare la divulgazione del culto.
di Carmen Palazolo
Il 9 maggio di ogni anno si ricordano le vittime del terrorismo, che ha funestato per un ventennio l’Italia. La giornata è stata scelta perché il 9 maggio di 45 anni fa, cinquantacinque giorni dopo il suo sequestro, le Brigate Rosse uccisero Aldo Moro.
di Carmen Palazzolo
RESISTENZA SEMPRE (contro il nazifascismo) dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione 2023
Il 25 aprile si celebra la “Liberazione” della penisola italiana dal nazifascismo e dallo straniero, è questo il suo significato e, più l’evento si allontana nel tempo e più si rende necessario riproporlo alla memoria degli anziani e proporlo a quella dei giovani perché, più esso si allontana nel tempo e più si perde il suo vero significato, anche se quanto sta accadendo ora nell’Ucraina, invasa anch’essa da uno straniero, dovrebbe aiutare coloro che non hanno vissuto l’esperienza a comprenderne il significato.
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Scritto già pubblicato sulla rivista di Cittanova allegata a “Unione degli Istriani”, n. 9 nov. 1990” e n. 10 febbraio 1991.
Testo rivisitato da Carmen Palazzolo Debianchi.
Io non sono stato un buon italiano, almeno secondo alcuni canoni. Infatti sono stato costretto - da un bando militare germanico del marzo 1944 – a collaborare con le forze tedesche. L’invito era di aderire alle forze armate germaniche, all’Organizzazione del Lavoro T. O . D. T. o alle formazione della neonata Repubblica Sociale Italiana. (R. S. I.). Ho scelto quest’ultima (il male minore) e mi sono presentato “volontario” al I Battaglione Bersaglieri Volontari “Benito Mussolini” da stanza nel goriziano, da Auzza a Piedicolle, località già in Jugoslavia, ora in Slovenia la prima e in Croazia la seconda.
Le storie e le memorie che tutti abbiamo, belle o brutte, piacevoli o dolorose, piccole o grandi: sono nostre e sono importanti, così per noi come per tutti.
In questa intervista, divisa in tre puntate, il racconto di Carmen Palazzolo, esule in giovanissima età dall’Istria e che oggi è portatrice della memoria di un popolo, tenace testimone di eventi e di una cultura che non deve essere perduta.
di Carmen Palazzolo
Sentendo nella cronaca televisiva del Friuli Venezia Giulia della celebrazione svoltasi a Gonars, per iniziativa del suo sindaco, di quanto avvenne durante la Seconda Guerra mondiale a Gonars, ho pensato di scriverne anch’io per narrare a chi non la conosce questa pagina oscura della storia, che è anche italiana perché si è svolta sul nostro territorio ad opera di italiani.
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