recensione di Anna Piccioni
Per chi ama il genere noir questo romanzo vi trascinerà nel tempo e nello spazio lasciandovi col fiato sospeso fino alla fine. Ilaria Tuti, giovane e prolifica scrittrice è nata a Gemona dove vive, e i suoi romanzi sono tutti ambientati in questa regione. Si è fatta conoscere in tutto il mondo per la sua bravura di intrecciare la vita dei personaggi con una profonda analisi dei singoli soprattutto della sua “creatura” il commissario Teresa Battaglia, dotata di una grande capacità di vedere al di là delle apparenze.
Ninfa Dormiente, già il titolo è un invito a una lettura complessa, e l'atmosfera quasi esoterica che avvolge i fatti raccontati è data soprattutto dal luogo di cui poco si conosce: la Val di Resia.
I fatti si svolgono tra i boschi e le montagne della Val di Resia, una valle chiusa che solo da poco ha cominciato a integrarsi con elementi esterni. La scrittrice si è ben documentata sulla storia dei Resiani probabilmente incuriosita dalla loro lingua di origine slava, proveniente da una lontana zona caucasica; usi e costumi in quei luoghi non sono stati intaccati . Probabilmente sono giunti nella valle nel VII secolo con gli Avari e i Longobardi.
La Ninfa Dormiente è un ritratto fatto col sangue nel 1945 da un partigiano accampato in quei boschi. Quanti misteri racchiude quel ritratto di una fanciulla che presenta la bellezza di quelle donne che tra quei boschi e quelle montagne conservano riti quasi sciamanici. Sarà compito di Teresa Battaglia, il commissario, a sbrogliare l'intreccio, il mistero che avvolge la Ninfa Dormiente, mettendo in ordine tutti i fili che bugie, incomprensioni hanno voluto nascondere la verità per settant'anni, coinvolgendo tre generazioni.
Ilaria Tuti “Ninfa Dormiente” TEA edizioni