Viva internet!
L’emergenza coronavirus continua perché la diffusione del contagio, anziché diminuire, aumenta e si diffonde nel mondo… e finalmente comincia una presa di coscienza generale del rischio: le persone si muovono meno, cercano di rispettare le distanze l’uno dall’altro, si vede qualche mascherina, l’uso dei guanti. Grande e giustificata è la preoccupazione delle ripercussioni del rischio del contagio sull’economia perché il turismo sta segnando una battuta d’arresto e così la stagione sciistica col vuoto degli alberghi. Questo solo per accennare alle cose più eclatanti e di cui si parla di più ma c’è anche la preoccupazione degli insegnanti, degli studenti e delle famiglie per la chiusura delle scuole che, secondo le ultime voci potrebbe protrarsi fino alla fine di marzo.
Ci sono però degli insegnanti di scuola secondaria preparati e consapevoli che stanno preparando e divulgando delle lezioni tramite internet; i docenti universitari potrebbero registrare le loro lezioni e il lavoro di molti impiegati potrebbe esser svolto a domicilio.
È una metodologia operativa che la tecnica odierna consente e la situazione suggerisce decisamente di adottare invece di piangere sulle perdite dovute al rischio del contagio che, vista la facilità delle comunicazioni odierne, potrà ripetersi. Va inoltre presa consapevolezza del fatto che finché c’è salute e vita la ripresa è sempre possibile e che senza di esse anche una florida economia mancherebbe delle persone nella condizione di fruirne.
Perciò diffondete il messaggio!
Bisogna sopperire all’impossibilità della comunicazione personale con quella via internet!
più di vent'anni fa in consiglio regionale sollevai la possibilità del telelavoro. mi ero documentata a fondo, sarebbe stata un'opportunità per diversamente abili e per donne con bambini piccoli. Sapevo che in Europa era molto diffuso anzi i sindacati europei avevano trovato le tutele per il tele lavoratore. ovviamente per evitare l'isolamento si poteva immaginare un luogo con alcune postazioni per lavorare insieme. Passò senza interesse, anzi uno dei problemi sollevati fu che non sarebbe stato possibile il controllo da parte dei capi. Considerato che conta il prodotto e il rispetto dei tempi per la consegna è un falso problema. Tuttavia fondai una cooperativa la Nogapwork con lavoro a distanza. Poi divenne uno dei primi callcenter. assumeva in borsa lavoro e abbiamo organizzato corsi di computer per invalidi del lavoro finanziati dall'Inail per dare nuove opportunità per chi non avrebbe potuto più fare il suo lavoro. Io ero responsabile pedagogico del progetto ne sono orgogliosa, peccato sia finito!
Anna Piccioni