di Carmen Palazzolo
A Trieste
Fervono nel mondo, e anche a Trieste, gli eventi in memoria della shoah in applicazione della Legge 211/2000 ma, per il mondo ebraico, è anche un doveroso compito nei confronti di quanti l'hanno subita. È un dovere, a mio avviso, anche nei confronti di tutta l'umanità per far conoscere nella speranza che cose del genere non accadano mai più.
Anche l'Associazione delle Comunità Istriane di Trieste ha voluto quest'anno parlarne tramite la studiosa della questione ebraica Silva Bon, che ha proposto in particolare il tema della persecuzione ebraica a Trieste fra il 1938 e il 1945.
Non è la prima volta che, a Trieste, un'associazione di esuli tratta l'argomento.
Lo precisa il prof. Konrad Eisenbichler.
Nella presentazione dell'evento sul blog odos (www.odos.cloud), io ho scritto che è la prima volta che, a Trieste, un'associazione di esuli tratta quest'argomento, si tratta quindi di un evento importante, che qualcuno ha definito "epocale".
Ma Konrad Eisenbiker - discendente di esuli da Lussinpiccolo, che vive e insegna all'Università di Toronto (Canada) – precisa che «non è la prima volta (come tu dici) che "un'associazione di esuli tratta quest'argomento". Noi qui a Toronto (Club Giuliano Dalmato di Toronto) l'abbiamo già fatto nel 2015 (se mi ricordo la data bene) quando abbiamo avuto ospite Rosanna Turcinovich Giuricin che ha presentato il suo libro "Maddalena ha gli occhi viola", la storia di una ebrea triestina che ha sofferto a Auschwitz (dove ha perso tutta la sua famiglia) ed è poi emigrata in Canada. Quella sera, davanti ad un buon pubblico di esuli giuliano-dalmata di Toronto, Rosanna ha parlato a lungo della
presenza degli ebrei a Trieste e a Fiume, della loro tragedia durante la guerra, e poi di Miriam Grunglass (la Maddalena del libro) ora abitante a Toronto (anche lei presente in sala).
Sono poi stato presente quando Rosanna ha parlato della tragedia degli ebrei triestini e di Miriam Grunglass a Victoria (Canada) e Vancouver (Canada) quello stesso autunno (una tournée sulla costa pacifica del Canada che io stesso organizzai per Rosanna).
E so che Rosanna ha parlato in pubblico della tragedia degli ebrei triestini a Trieste e in molte altre città italiane, a volte sotto l'auspicio di associazioni di esuli e a volte sotto l'auspicio di associazioni di ebrei italiani».
Mi scuso per la mia disinformazione e imprecisione.
Ancora a Trieste: "Convivere con Auschwitz", 6° convegno tematico organizzato dall'Università di Trieste sull'Olocausto e la Deportazione. Il convegno si è svolto il 22 gennaio 2019 nell'aula magna del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell'Interpretazione e della Traduzione di via Fabio Filzi, 14.
Di fronte a numeroso pubblico, costitutito pure da molti giovani, In circa cinque ore, hanno parlato dell'argomento 15 relatori: docenti universitari e non, studenti e testimoni.
Ha svolto la funzione di moderatore Pier Luigi Sabatti, presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Sull tema è stata fatta un'ampia panoramica tramite un'alternanza di esposizioni verbali e immagini fisse e mobili, che ha avuto inizio con la testimonianza videoregistrata di Tatiana Bucci, ora un'anziana signora, che fu deportata all'età di sei anni assieme alla sorellina di quattro, al cuginetto Sergio De Simone, alla zia e alla nonna. Le due bambine, scambiate per gemelle, furono fatte sopravvivere per essere usate come cavie negli esperimenti del dott. Mengele, che però non subirono, mentre vi fu sottoposto ben sedici volte Sergio, che poi finì impiccato.
Nel prosieguo, fra i numerosi argomenti trattati c'è stato il viaggio a Cracovia e Auschwitz-Birkenau (Francesca Poli dell'associazione Deina), organizzato dall'Università di Trieste in partenariato con l'associazione Deina, che si svolgerà dall'8 al 14 febbraio 2019, a cui parteciperanno 40 studenti dell'Ateneo triestino assieme a 850 giovani provenienti dalle Università di Milano Statale, Milano Bicocca e Torino e dalle scuole superiori del Piemonte e dell'Emilia-Romagna.
La mostra "Razzismo in Cattedra" (Sabrina Benussi), ideata durante un laboratorio di Alternanza Scuola Lavoro dal Liceo Francesco Petrarca di Trieste per ricordare gli 80 anni della promulgazione delle Leggi Razziali e i loro effetti sulla comunità di studenti e professori di origine ebraica che insegnavano e frequentavano al tempo l'Istituto.
Il pericolo del fascismo di oggi (Daniele Andreozzi), inquadrato nella storia dello sport dal Novecento in poi per costruire identità e comunità, anche malvagie.
Il campo di concentramento di Jasenovac, in Croazia (Katarina Andrjić ), che era stato creato dallo Stato Indipendente di Croazia di Ante Pavelic con il pieno appoggio dell'Italia fascista e della Germania nazista. La sua esistenza fu per lungo tempo rimossa dalla storiografia benché fosse per dimensione il terzo campo di concentramento dopo Auschwitz e Buchenwald. Tuttora esso è poco noto, oggetto di negazionismo nell'opinione pubblica della Croazia e sempre meno visitato.
La situazione negli Stati Uniti d'America (Elisabetta Vezzosi), dove la battaglia per i diritti civili degli anni Cinquanta e Sessanta, l'approvazione di leggi antiscriminatorie, l'elezione di un presidente afroamericano non hanno eliminato la disparità razziale.
Le indagini statistiche degli inizi del Novecento (Francesco Pauli) secondo le quali la popolazione ebraica era in qualche misura inferiore fisicamente e mentalmente agli autoctoni, mentre oggi si sostiene che gli ebrei posseggono in media un Q. I. più alto dei gentili. Il professor Pauli ritiene che valga la pena di indagare che cosa è cambiato.
Il Manifesto di Russell-Einstein (Edoardo Milotti), dichiarazione presentata il 9 luglio 1955, nel pieno della Guerra fredda, a Londra, in occasione di una campagna per il disarmo nucleare, in cui si invitavano gli scienziati di tutto il mondo a riunirsi per discutere sui rischi per l'umanità prodotti dall'esistenza delle armi nucleari.
Lo studio condotto nel ghetto di Varsavia (Sabina Passamonti) su 70 adulti e 40 bambini da alcuni medici ebrei, rinchiusi nello stesso ghetto, nel quale furono imprigionate fino a 500.000 persone, destinate alla morte per fame mediante un razionamento alimentare malvagio. I manoscritti della ricerca, contrabbandati fuori dal ghetto e in seguito pubblicati, hanno dato un grande contributo alla scienza della nutrizione umana.
La Memoria-spettacolo (vedi Red Land) è un'alternativs all'oblio o il suo definitivo sdoganamento? È la domanda che si pone e pone Il prof. Barberis.
Non sono mancati i percorsi di storie al di là della cortine di ferro (Margherita De Michiel) della Russia del passato.
La presentazione Il Sistema Periodico (Fabio Benedetti), una raccolta di 21 racconti di Primo Levi, intitolati ciascuno a un diverso elemento della chimica con numerosi spunti autobiografici sulle vicende che portarono l'autore alla deportaxione ad Auschwitz.
Ideologie pseudoscientifiche e asservimento dei saperi al potere dominante hanno reso possibile lo sterminio sistematico dei disabili psichici da parte del regime nazista (Roberto Mezzina). È stata la prova generale dell'Olocausto. Franco Basaglia ha portato alla rottura della complicità della psichiatria con l'esclusione e l'annientamento del malato attraverso i manicomi restituendoli alla comunità dando loro parola, cittadinanza e diritti.
Il convegno si conclude con l'analisi critica di Mauro Tabor delle ragioni che hanno messo in profonda crisi il sistema cognitivo della società italiana moderna.
Celebrazione della Giornata della Memoria il 27 gennaio alla Risiera di S. Sabba a Trieste
Ogni anno le diverse iniziative organizzate a Trieste per celebrare la Giornata della Memoria si concludono con una solenne celerimonia alla Risiera di S. Sabba, ora monumento nazionale, che fu un lager nazista, utilizzato come campo per la detenzione, il transito e l'eliminazione di un gran numero di persone, in prevalenza prigionieri politici o ebrei.
Sono sempre presenti all'evento tutte le maggiori autorita civili e militari della Regione Friuli Venezia Giulia e le Associazione Combattentistiche e d'Arma, l' Associazione Deportati e Perseguitati e quelle dei Partigiani, dei Volontari della Libertà, dei Caduti, dei Sindacati coi rispettivi stendardi, nonché le principali autorità religiose delle diverse confessioni esistenti in città: il Vescovo, il Rabino, l'Archimandrita, il Pope e un Pastore protestante.
Dopo i discorsi delle Autorità, la cerimonia si conclude sempre con una preghiera in ebraico del Rabbino, espressa con una particolare cantilena che la rende estremamente suggestiva.