di Anna Piccioni
Viviamo in una società sempre più parcellizzata che costringe a parcellizzare anche il pensiero.
Questa parcellizzazione chiusa al confronto è dovuta alla perdita della capacità di guardare le cose dall'alto.
Se sapessimo o riuscissimo a vedere i fenomeni prima nella loro totalità, forse si potrebbe riuscire a superare i conflitti. Superare il proprio particolare.
Il mondo sta crollando, l'umanità come valore si è persa. Ognuno pensa al proprio spazio vitale, come se le tragedie stessero da un'altra parte. Guardare oggi solo al proprio ombelico non ci salva. Penso al nostro povero pianeta affaticato a sostenere il peso di un'umanità sbilanciata: sempre più pochi ricchi e sempre più tantissimi poveri. Il mondo va avanti, per alcuni sviluppo progresso crescita, parole dal significato intercambiabile, parole senza senso per tre quarti della popolazione mondiale. I Grandi della Terra pensano ai loro interessi e profitti, ma almeno in una riga dei loro documenti controfirmati con abbracci di gioia forse tengono conto di quelli senza niente: carne da macello a cui dare un misero piatto di riso. Ma almeno lasciassero le popolazioni autoctone a continuare a salvare la Natura: penso alle popolazioni dell'Amazzonia, penso agli abitanti nomadi della Mongolia. Tutti quelli che hanno a cuore la loro terra che è Madre Terra. Andrebbero incentivate le ripopolazioni della montagna , della campagna. Quante volte ho sentito parlare del problema del clima, del buco di ozono; quante soluzioni sono state cercate e sempre disattese. Se si condivide la teoria di Latouche sulla “decrescita” si vien tacciati di non tener conto dello sviluppo, che risponde alla logica della tecnologia (Come la definisce Pier Paolo Pasolini) Ma dove ci ha portati lo “sviluppo”? Come dico più sopra in alcuni Paesi cosiddetti “emergenti” lo sviluppo passa sopra le teste dei popoli; quando invece c'è bisogno di progresso, che risponde alla dignità della persona
Altra parola inflazionata è “crescita”, ma fino dove arriverà la crescita? Tutte le cose seguono la parabola: quando si arriva all'apice poi è inevitabile la discesa, che può essere lenta, ma anche precipitosa. E la crescita economica dove arriva! Tra le tante parole che abbiamo sentito in questi tempi nessuno ha pronunciato la più importante: felicità. Ma chi governa si rende conto dello stato di angoscia, di ansia in cui vive la maggior parte della gente? Angoscia, ansia che deriva proprio dal fatto che tutto dipende dal profitto: se non hai non sei!