di Carmen Palazzolo
A partire dal 15 settembre 2021 tutti i lavoratori, sia quelli dipendenti da enti pubblici sia quelli dipendenti da strutture private saranno tenuti ad avere, ed esibire a richiesta, il green pass, che diventa dunque un documento per accedere al lavoro come la tessera sanitaria lo è per accedere al servizio sanitario nazionale e la carta d’identità per identificarsi.
Molti ritengono che il Governo dovrebbe assumersi la responsabilità di rendere il vaccino anti covid obbligatorio con una legge specifica. Non essendo avvenuto questo, la responsabilità di vaccinarsi o meno è affidata alle persone. Si tratta di una responsabilità personale, e cioè verso se stessi e i propri familiari, di fare quanto possibile per non prendere l’infezione e rischiare quindi di portarla ai propri conviventi, e sociale perché riguarda la salute di tutti, ci si aspetta dunque dai cittadini italiani maturità sociale. E la gran parte di essi l’ha dimostrata e continua a dimostrarla, perché le vaccinazioni continuano.
Ma c’è chi non si è vaccinato e non intende farlo. Anche se in fin dei conti si tratta di una minoranza rispetto ai vaccinati, che sono attualmente il 74,4 %, stanno facendo molto rumore. Non sono preoccupanti, a mio avviso, i cortei e gli ammassamenti di piazza, anche se costituiti da migliaia di persone, perché sono convinta che fra gli onesti dissenzienti ci siano anche i facinorosi, gli sfaccendati e quelli che colgono anche quest’occasione a fini diversi da quelli proclamati, ma trovo preoccupante il dissenso di certe categorie di lavoratori, come quella dei portuali di Trieste. La ragione sta nell’importanza della categoria sia per il tipo di lavoro che svolge sia perché costituisce o può costituire un elemento trainante di altre categorie di lavoratori. Nel caso specifico dei lavoratori del porto di Trieste, un dissenso generalizzato, che inducesse la sospensione del lavoro del porto porterebbe un enorme danno alla città di Trieste e agli Stati dei quali costituisce lo scalo come Austria, Germania e Ungheria, un danno che va quindi al di là della città e della nazione per non parlare del danno all’immagine e alla fiducia, che porterebbe velocemente gli utenti a rivolgersi ad altre strutture con diminuzione quindi del lavoro e possibile perdita del posto. Ma si rendono conto di tutto ciò i protestanti?
Consiglio di leggere pure i podcast del blog Il vento di nord est di Biagio Mannino, che sta seguendo e commentando passo passo questa importante vicenda.