recensione di Anna Piccioni
Fausta Cialente ritorna alla ribalta con la nuova edizione de Le quattro ragazze Wieselberger, scritto nel 1976 con cui vinse il Premio Strega.
Oltre alla storia della sua famiglia triestina dedita ed educata alla musica grazie al padre Gustavo Adolfo, fondatore di un gruppo musicale, Società Orchestrale, la Cialente ci porta nella Trieste asburgica di metà ottocento tra l'alta borghesia. L'appartamento in città si affacciava su piazza del Ponterosso e il portone sulla via del Campanile (ora via Genova) alla fine delle scuole la famiglia si spostava in villa in via dell'Istria che allora era aperta campagna, con olivi e vigneti.
Le quattro sorelle si chiamavano Alice, Alba, Adele, ma l'ultima fu chiamata Elsa poiché il padre aveva assistito alla prima del “Lohengrin” e per l'entusiasmo volle onorare la protagonista rompendo la .sequenza delle A. Gli anni scorrevano tranquilli a un ritmo quasi idilliaco e la musica, i dolci affetti, il vivere cauto ma sereno, la bellezza di quella che il padre chiamava con dolcezza la “mia patria”,invitavano a guardare a un futuro dove ciò che tutti desideravano ardentemente, trastullandosi con frasi fatte,scarso senso storico e una totale ignoranza o intolleranza di questioni sociali, sarebbe dovuto accadere non proprio come il mutamento di un passo di ballo,ma nemmeno con un dolore e uno strazio cosmici; piuttosto come un privilegio lungamente atteso e giustamente concesso. Questo era il pensiero dei molti borghesi irredentisti che mal sopportavano la presenza di altri Triestini che parlavano lo sloveno. La Cialente quando entra in scena nel romanzo essendo la figlia di Elsa, che dovrà abbandonare la carriera di cantante per volontà del marito tenentino italiano, ricorda una vita caratterizzata da continui traslochi a causa dei trasferimenti del padre: punto fermo resterà la Villa in via dell'Istria dove trascorrerà le vacanze. Ma quei ricchi beni della famiglia ad un certo punto andranno perduti...
È un romanzo autobiografico in quanto nella seconda parte c'è l'io narrante, Fausta Cialente, Scopriamo una donna scrittrice, impegnata nella politica, che riflette sulla condizione della donna e anche degli ultimi.
Questa nuova edizione è introdotta da Melania G. Mazzucco che ripercorre la vita della Cialente con un titolo molto significativo Il remoto disordine della vita: un ritratto di Fausta Cialente.
Fausta Cialente Le quattro ragazze Wieselberger - Edizioni La Tartaruga-romanzi