recensione di Anna Piccioni
Marlon Morgan racconta la sua esperienza ambientata nell'Outback, in Australia, assieme a una remota tribù di aborigeni, ma potrebbe essere in qualsiasi luogo in cui sia ancora vivo il significato di civiltà, in maniera romanzata forse per preservare e proteggere quella tribù che l'ha portata a fare un viaggio di tre mesi attraverso un territorio non molto ospitale. Il tema del viaggio ha sempre emozionato perché principalmente significa trasformazione, crescita, presa di coscienza, e in questo libro il percorso duro si è rivelato una prova continua e la conquista di tutte quelle sensibilità, capacità che il progresso, la tecnologia,la globalizzazione, il perbenismo, le società post moderne ci hanno tolto.
È un'avventura straordinaria iniziata con l'invito a ricevere un riconoscimento in Australia per la sua attività. Come si è soliti pensare Marlon Morgan si presenta agghindata e accessoriata come conviene secondo gli standard ufficiali. Con un caldo soffocante viene portata in mezzo al deserto dove prima di tutto deve togliersi quello che indossa,simboli appunto del superfluo, per una prima purificazione. Con un semplice telo a piedi scalzi seguirà gli aborigeni il popolo della Vera Gente per tre mesi a piedi e in questo viaggio comprenderà come il suo corpo e la sua mente siano capaci di adattarsi all'ambiente. Questo walkabout , viaggio con destinazione sconosciuta, è compiuto nel cosiddetto non-tempo. Lei appartiene alla società dei Mutanti, coloro che conoscono la Verità, ma è nascosta sotto uno strato aromatico di materialismo, interesse, insicurezza e paura[...]Il termine Mutante sembra indicare più uno stato della mente e del cuore che non un colore o un individuo; è,insomma un atteggiamento. Mutante è chi ha perduto o rinnegato antichi ricordi e verità universali.
Ecco un romanzo che fa riflettere anzi la stessa autrice scrive: Il mio suggerimento è che tu assapori il messaggio, gusti quello che va bene per te e sputi fuori il resto; in fondo è proprio così che gira il mondo. Considerato come sta andando questo Mondo, questa Umanità senza più umanità
forse dobbiamo imparare ad ascoltare la Natura, gli Altri e noi stessi eliminando quello che non serve, e scopriremo che sono molte le cose che non sono necessarie.
Marlon Morgan “...e venne chiamata due cuori “ traduzione di Maria Barbara Piccioli - editore Sonzogno 2000