Recensione di Silva Bon
Un libro di viaggi, uno sguardo femminile attento e curioso sul mondo esotico, vicino/lontano della Turchia nei primi anni del Novecento.
Anche, a suo modo, un libro di storia, che getta uno squarcio sulle trasformazioni politiche e sociali in atto nell’impero ottomano per l’insurrezione dei giovani ufficiali, i Giovani Turchi, nel luglio 1908, quando essi imposero il ritorno alla Costituzione del 1876 al sultano Abdul Hamid II. Questa notizia fa il giro dell’Europa e getta in fibrillazione soprattutto l’opinione pubblica degli ambienti colti dei Balcani, favorevoli all’introduzione delle riforme e della modernità.
Jelena Dimitrijević, nipote del principe Milojko, uno dei condottieri della rivolta serba contro l’impero ottomano, decide di intraprendere un viaggio esplorativo. Ai primi di agosto 1908 parte da Niš, diventata città serba appena nel 1878, per Salonicco e Istanbul assieme al marito Jovan, che lei chiama affettuosamente col diminutivo di Jova. Così scrive all’amica belgradese Luisa Jakšić, insegnante presso la Scuola Superiore Femminile, dieci lettere in un intervallo temporale di sei settimane, il tempo della permanenza a Salonicco, concluso con l’involuzione della rivolta:
Tu sai che mi ero preparata per l’Europa, e poi … Tu sai perché ho scelto di partire per l’Asia. Quell’articolo in un nostro giornale, che le turche hanno tolto il velo, che passeggiano per strada con gli uomini, le mogli con i mariti, ha avuto una grandissima influenza su di me … Sono partita piena di gioia e curiosità: vedrò le donne che ho amato e dalle quali sono stata amata, saprò come si sentono quando scoprono il volto, se le vecchie turche arrossiscono di pudore, se per istinto mettono il fazzoletto in testa, se sanno come camminare con gli uomini, e se le più giovani gioiscono, se Salonicco dispone di cappelli per tutte loro, o se alcune sono a capo scoperto …
La ricerca di Jelena viene condotta a livello alto, in un ambiente sociale raffinato, ricco, privilegiato: quando viene introdotta negli harem, gli spazi delle case abitati e adibiti dalle/alle donne, lei viene ricevuta alla pari. Le signore di Salonicco sono al corrente della moda europea, degli stili parigini, eppure sembrano resistere alla possibile trasgressione di dettami religiosi, in nome della libertà, perché dichiarano che la libertà non ha niente a che fare con la religione: … nessun uomo ha mai visto la mia testa scoperta. Ora se ci fosse una forza che mi ordinasse di uscire per strada senza velo, io mi chiuderei in casa e non uscirei più …
Le belle fotografie poste a corredo del libro, che vanta una edizione curata ed elegante, come è nella tradizione della casa editrice Vita Activa, illustrano donne raffinate, perfettamente vestite di bianco, in abiti dal busto attillato, che ricordano le figure femminili de Il giardino dei ciliegidi Cechov, rivisitate da Giorgio Strehler …, portano grandi cappelli arricchiti da fiori e da piume, partecipano a riti mondani nelle occasioni festive pubbliche.
Ma le testimoni, interrogate da Jelena, affermano che se lei ha visto per strada mani nude, visi scoperti … quelle sono dunmeh, cioè donne del milieu ebraico di Salonicco, convertitosi all’islam nel XVII secolo, che però nella vita privata mantenne le usanze ebraiche.
Eppure altre dichiarano a gran voce le loro istanze emancipazioniste e femministe: quelle signore intervistate, pur istruite, intelligenti, liberali, sono insincere. Se fossero sincere si metterebbero a piangere con l’anima di tutte le donne musulmane rinchiuse in casa e vestite in strada come per il carnevale. Non è vero che ci ha rinchiuso la nostra bella fede dei profeti, ci ha rinchiuso l’egoismo dei nostri mariti …
Sto pensando ai libri del premio Nobel Orhan Pamuk, a Rosso, e soprattutto a Neve: quelle narrazioni parlano di un ritorno in tempi moderni alla scelta del velo da parte delle giovani musulmane osservanti. Camminando per le strade incontro molte donne religiose che rispettano i canoni imposti dall’islam; le osservo con insistenza, ferita quasi da una provocazione, un’ostentazione di fede, e sono pervasa da sentimenti oscillanti che vanno dallo stupore all’ammirazione per la loro coerenza.
Certamente è necessario accogliere, capire, rispettare …
Jelena Dimitrijević, Lettere da Salonicco, Vita Activa, Trieste 2018, pp. 136