recensione di Anna Piccioni
Metatron, il Serafino più vicino a Dio,, forte delle sue origini culturali che si ritrovano presso gli Egizi, i Greci e i Romani, citato dalla Bibbia, fa da ispiratore a questa raccolta di storie di vita, personaggi anonimi, ognuno di noi.
7 vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia
3 virtù teologali: fede, speranza, carità
4 virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza,
Dante condanna i viziosi; nei primi gironi dell'Inferno getta i peccatori per incontinenza, sono i peccatori che non hanno saputo trattenere le pulsioni più nascoste: le pene, lo sappiamo, Dante le attribuisce per contrappasso o analogia. Il peggiore dei peccati per Dante è la gola in quanto soddisfare la golosità si accompagna con la soddisfazione di tutti i sensi; infatti Ciacco è tormentato dai latrati di Cerbero cane a tre teste con “occhi di brace”, che latra e graffia le anime dei peccatori costretti a stare quasi immersi in una schifosa poltiglia fangosa e urticante.
I vizi capitali spesso sono coltivati nel nostro io più profondo, tormentandoci: basterebbe soffermarsi un momento a riflettere analizzare il nostro tormento per capirne la causa.
Nella società moderna, o postmoderna, diventa sempre più difficile fermarsi a riflettere su di noi: molti supererebbero quelle barriere che noi stessi mettiamo tra noi e gli altri. Egoismo e individualismo, contrapposti all'alterità, all'interesse per l'altro; la carità si realizza proprio nella considerazione dell'Altro. La Fede soprattutto deve essere in se stessi, per poter aver fiducia negli altri. La speranza dal tempo degli antichi consideratata “ultima dea: noi perdiamo la speranza solo di fronte all'ineluttabilità.
I vizi e le virtù mi hanno fatto ricordare il mito della Biga Alata nel Fedro diPlatone nella figura dell'auriga e nel cavallo bianco. L'auriga rappresenta la ragione (giustizia, temperanza) quindi il cavallo bianco (fortezza) tende a portare la biga (l'anima) verso il mondo delle Idee , il cavallo nero rappresenta la concupiscenza e tende al mondo sensibile.
Anime perdute in un vorticoso caos egoistico.
Nella società di oggi, che guarda solo all'apparire, all'avere, e sta perdendo di vista tutto quello che ci rende umani, diventa sempre più difficile riconoscere in noi vizi e virtù (anzi le virtù sono derise).
Vizi e virtù non sono solo proprietà religiose, ma proprie dell'essere Umani.
Nelle storie raccontate da Giorgio Micheli i personaggi rappresentano i vizi e le virtù. Sono personaggi spesso anaffettivi .
Jessicala superba piena di sé priva di comprensione e di affetto, attorno a lei i genitori accondiscendenti ai capricci della figlia
Simonel'avaro, personaggio sordido, solo il becchino poteva fare. Incapace di piangere la morte della madre, ma disperato di non poter usufruire della sua pensine, solo legato al denaro. Una vita tristissima e una morte ancora più triste: la tragedia in mezza pagina.
Furioil lussurioso, forse troppo solo, abbandonato dalla vita, finale a sorpresa.
Antonella e Marina invidiose, forse l'un dell'altra, poco cresciute, incapaci di gestire la propria vita, infantili, non sanno prevedere le conseguenze delle loro azioni: se non si sa apprezzare quello che si è si cercherà sempre un altro oggetto da invidiare (La felicità? Degli altri).
Ottavio il goloso: solo il cibo, la cucina danno soddisfazione, ingozzarsi per colmare la mancanza d'amore.
Vincenzola rabbia, l'ira di cui nutre la propria vita; gli altri sono la causa delle sue disgrazie.
Michele, l'accidia: giovane benestante nulla facente, ma riesce a cogliere la bellezza della natura, perseguitato dall'idea del suicidio: vivere è faticoso, un contrasto con l'armonia dei luoghi.
I racconti che personificano le virtù sono immediati, si manifestano da subito, e soprattutto vogliono contrastare la cattiveria umana
3 virtù teologali
4 virtù cardinali: il cardine su cui si basa l'equilibrio dello spirito tra l'Io e l'altro.
GIORGIO MICHELI “METATRON” L'angelo dell'armonia
edizione NULLA DIE