di Anna Piccioni
Originale il contenuto del romanzo di Stelio Mattioni, scritto nel 1996 un anno prima della sua morte rimasto inedito fino alla pubblicazione nel 2018: immaginare la nascita , la venuta al mondo di un essere già adulto, che non sa nulla ed è senza passato. La descrizione del passaggio dal buio a un “sottile filo azzurro”, il sentire e vedere e tutti gli altri sensi sono le uniche “conoscenze”; paragonabile al risveglio quotidiano, quando si passa dalla fase inconscia alla fase reale; dura un attimo l'incoscienza e per un attimo non sappiamo chi siamo e dove siamo. Ma appunto dura un attimo e siamo smarriti perché sappiamo di avere un passato. Qui invece manca totalmente la coscienza di sé; e non c'è turbamento.
Il romanzo è una fiaba, molto realistica, che continuamente pur svolgendosi in un luogo fantastico, dove le città hanno le iniziali delle lettere dell'alfabeto, tuttavia riporta il lettore a un vissuto.
“Fondamentale è come si incomincia. In principio, dopo il buio che si ha intorno, tutto sembra complicato, ma poi, un poco alla volta seguendo gli altri, a mano a mano che ci si sente quasi uguali, inutile pretendere di più da se stessi, è sufficiente quello che sembra, specialmente quando si è di meno com'era capitato più volte a me.”
Il protagonista, nato uomo, non ha nome e gli viene affibbiato il nome di Giorgio di Giorgio; è un prescelto perché assomiglia a Lui,il capo. Il capo di che cosa? di tutto, del partito forse. La storia metaforica, onirica, quasi “Kafkiana”richiama a una situazione di regime , all'interno del quale c'è la corrente opposta il cui capo vorrebbe a sua volta affidare a Giorgio di Giorgio il comando. Ma Giorgio di Giorgio comincia a sviluppare un suo pensiero,una sua volontà .
“Col tempo a poco a poco, ho imparato che i gesti e gli atteggiamenti degli uomini dipendono da quello che pensano e che vogliono suggerire di pensare a chi li guarda: che rari sono gli uomini che non si servono di essi,in quanto tutti cercano di comunicare qualcosa di se stessi, anche se poi in genere non desiderano di spartire veramente nulla con gli altri”
E alla fine le decisioni sono tutte sue.