di Carmen Palazzolo
Ricorre in quest’anno 2020 un importante compleanno per la città di Roma e per la storia d’Italia: la conquista, da parte delle truppe sabaude, dello Stato Pontificio tramite la breccia nella romana Porta Pia, del 20 settembre 1870, a cui seguì la proclamazione di Roma capitale del Regno d’Italia.
Per il 150esimo anniversario di questa proclamazione, la città di Roma ha programmato un calendario di eventi che si sono aperti il 3 febbraio 2020 e si concluderanno il 3 febbraio 2021, perché in quel mese e giorno, nel 1871, è stata firmata la legge che deliberò il trasferimento della Capitale da Firenze a Roma. L’apertura delle celebrazioni - che ha voluto essere un omaggio attraverso alla musica e alla letteratura alla città, alla sua storia, alla sua cultura, ai suoi valori - si è svolta al Teatro dell’Opera alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del cardinale Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, oltre che di numerose autorità nazionali e romane, diverse delle quali hanno espresso un saluto augurale. Fra gli altri va ricordato il messaggio inviato dal Papa e letto dal cardinale Parolin. In esso papa Francesco, ricordando l’evento di Roma Capitale, cita, fra l’altro, le parole del cardinale Montini alla vigilia del Concilio Vaticano II: “L’annessione al Regno d’Italia dello Stato Pontificio, conquistato il 20 settembre 1870 con la Breccia di Porta, Pia Parve un crollo e, per il dominio territoriale pontificio lo fu… fu un evento che allora suscitò polemiche e problemi. Ma cambiò Roma, l’Italia e la stessa Chiesa: iniziava una nuova storia”. Proseguendo, il pensiero va – dice papa Francesco - ai nove mesi, tra il 1943 e il 1944, dell’occupazione nazista della città, segnati da tanti dolori… quando si sviluppò la terribile caccia per deportare gli ebrei. Fu la Shoah vissuta a Roma. Allora la Chiesa fu uno spazio di asilo per i perseguitati: caddero antiche barriere e dolorose distanze. Da quei tempi difficili traiamo prima di tutto la lezione dell’imperitura fraternità tra Chiesa cattolica e Comunità ebraica.
La sindaca di Roma Virginia Raggi, nel suo saluto iniziale, sottolinea che, con la designazione di Roma a capitale degli italiani, il 3 febbraio 1871, la città “si è posta al servizio di tutti”. Dal Piemonte alla Sicilia, dalla Puglia al Veneto, cittadini di ogni parte d’Italia hanno rinnovato lo spirito della città e l’hanno fatta passare dai 250 mila abitanti di allora ai circa 4 milioni e mezzo di persone “che ogni giorno animano e vivono la sua bellezza”. La rivoluzione urbanistica, economica e degli stili di vita è ancora in corso, ma con una costante, per la sindaca Raggi: “Roma è una città accogliente, internazionale e aperta a tutti, e lo sarà sempre”.
Finiti i discorsi delle autorità, è cominciato il momento artistico, che si è aperto con l’esecuzione dell’Inno Nazionale, a cui sono seguite le esecuzioni della Banda Interforze e dell'Orchestra del Teatro dell'Opera con la partecipazione di Andrea Bocelli. Fra l’altro, è stata suonata la sinfonia tratta da ‘Le nozze di Figaro’ di Mozart e quella tratta da ‘Il barbiere di Siviglia’ di Rossini, su proposta del direttore d’orchestra Ezio Bosso, come suo omaggio alla città, in quanto vi suonò come primo contrabbasso quando, all’età di 23 anni, iniziò a lavorare per l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Si sono quindi succeduti gli interventi di Paolo Mieli, Gigi Proietti, Paola Turci e quello degli artisti di ‘Fabbrica’ Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma.
A parte la grande manifestazione sopra descritta, non noto, purtroppo, nessun fervore celebrativo nel resto d’Italia, come dovrebbe essere per un evento che riguarda tutta la nostra nazione ma anche il mondo intero, perché ha modificato il modo di considerare la figura del Papa e il suo potere.
Ma più che alle celebrazioni romane e d’altre città a me preme ripensare e far riflettere al significato che ebbe al tempo la presa di potere della città di Roma, sede e capitale dello Stato pontificio, da parte del re d’Italia Vittorio Emmanuele II.