di Carmen Palazzolo
Nonostante la temperatura gelida con bora,
i triestini si sono messi infila per assistere a una lezione di storia
Se qualcuno chiedesse la mia opinione sulla cultura media della gente, risponderei senz'altro che, in base alla mia esperienza di contatti con le persone e di operatrice culturale, essa è di basso livello. Eppure le numerose persone in attesa davanti al teatro lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste , dove domenica 18 novembre 2018 sono riprese le ormai tradizionali lezioni invernali di storia rivolte alla cittadinanza – com'è ben documentato sulla fotografia riportato su Il Piccolo di lunedì 19 novembre 2018 - sembrano smentire la mia opinione. Quel giorno a Trieste la temperatura media andava dai 5 ai 7 gradi con raffiche di bora anche di oltre 100 Km all'ora eppure, ben coperti, molti hanno atteso pazientemente di entrare nel suddetto teatro per ascoltare una lezione sulla rivoluzione francese di Luigi Mascilli Migliorini.
Questa delle lezioni di storia è una lodevole iniziativa promossa dal Comune di Trieste su progetto dagli Editori Laterza con il contributo della Fondazione CRTrieste e con la media partnership de Il Piccolo. L'argomento che verrà trattato quest'anno sono le storiche rivoluzioni avvenute tra il XVIII e il XX secolo. Oltre alla rivoluzione francese verrà quindi trattata La Rivoluzione Patriottica il prossimo 16 dicembre, la Russa il 13 gennaio 2019, la Fascista il 20 gennaio, la Studentesca il 10 febbraio, la Democratica il 24 febbraio.
Io sono un'esule giuliano-dalmata e mi occupo della storia di quest'esodo e di quella del confine orientale d'Italia al quale appartiene e spesso, ad una conferenza, presentazione di un volume, tavola rotonda mi trovo di fronte solo una decina di persone, ed esuli giuliano-dalmati. E non va bene perché questa storia essi la devono conoscere e far conoscere e tramandare a chi non la sa... ma i non esuli a cui va raccontata non riusciamo a raggiungerli. Qualche raro caso tuttavia avviene. Uno di essi è stata la presentazione, nella sede dell'Associazione delle Comunità Istriane di Trieste, in via Belpoggio n. 29/1, da parte di Anna Piccioni, del volume "Telemachia" di Roberto Calogiuri. La prof.ssa Piccioni ha fatto pure la recensione di questo libro, pubblicata su questo blog. Il pubblico presente, benché poco numeroso, era questa volta costituito prevalentemente da non esuli, e non lo sono nè Anna Piccioni né Roberto Calogiuri. Il tema trattato nel volume è il difficile iter dei giovani per l'acquisizione di un'identità personale, il rapporto genitori-figli e transgenerazionale, quindi un tema trasversale, che interessa tutti, indipendendemente dal gruppo di appartenenza perchè tutti siamo figli anche se non siamo genitori. Ma il dialogo fra l'Autore e la presentatrice ha infine fatto pure un collegamento col mondo dell'esodo perché - ha detto Calogiuri - Siamo tutti in qualche modo esuli come Telemaco, che non è orfano ma non ha un padre, è un erede al trono che non può diventare re; è un giovane ramingo alla ricerca del padre e della sua conoscenza. Ma io replico che la situazione di Telemaco, più che agli esuli è paragonabile a quella dei rimasti nella terra natia: gli esuli all'occupazione della loro terra da parte di una potenza straniera hanno cercato rifugio sul teritorio della patria Italia mentre quelli che sono rimasti sul posto sono diventati essi stessi stranieri nella loro terra natia.
Ne è seguita la partecipazione di quasi tutti i presenti sull'educazione in generale e sull'esodo al punto che si è dovuto interrompere gli interventi per ragioni di tempo non per una caduta dell'interesse.
E molti hanno anche acquistato il libro.
La strada è forse questa: presentare argomenti di carattere generale che attirino un pubblico diverso dagli esuli.