Dalle memorie di Nives Chialina, nipote di P. Chialina
16 dicembre 1969, muore a Venezia Padre Vittore Maria Chialina, Minore Conventuale. E’ stato anche parroco della parrocchia dei Frari a Venezia per più di trent’anni e lo era ai tempi dell’esodo; molti dei chersini esuli che sono approdati a Venezia sono stati aiutati da lui e lo ricordano.
Era nato a Cherso il 27 settembre 1885.
A 35 anni dalla sua scomparsa e a 120 dalla sua nascita vogliamo ricordarlo sul nostro giornale.
Questo era anche il desiderio di Mons. Vitale Bommarco che , prima di andare a raggiungerlo nell’Aldilà, stava preparando un suo personale contributo.
Ai documenti del suo archivio, e dalle memorie di P. Chialina stesso, attingiamo per ripercorrere le tappe salienti della sua vita.
Figlio di Leonardo, un friulano che, a Graz, aveva conseguito il diploma di Maurer Meister ed era andato a lavorare in Istria, e a Cherso si era fermato avviando una sua impresa edile. La madre era Maria Coglievina, di Cherso.
Fu nel 1890 che Leonardo costruì la casa per la sua famiglia in Prà, dietro la Porta Bragadina; c’è ancora , a tre piani più soffitta e cantine.
Dopo un’infanzia serena guidata dai genitori, attenti e profondamente religiosi, come si legge nelle sue memorie, frequentò le scuole elementari con ottimo profitto sognando di diventare ingegnere o architetto “Guardando sul tavolo di mio padre i disegni tracciati dal geometra riguardanti case, cisterne, scale interne ed esterne… mi sono provato anch’io a tracciare piante e prospetti di case viste davanti e di fianco…”. Dopo le quattro classi elementari, prescritte a quei tempi, rimase a scuola altri due anni facoltativi.
La vocazione sacerdotale arrivò presto “fu partecipando a una sacra funzione durante la novena dell’Immacolata, che allora si celebrava con grande solennità, che mi commossi fino alle lacrime. Quella sera l’Immacolata mi chiamò e non mi lasciò più”.
Entrò nel Collegio Serafico di Cherso il 3 ottobre 1898.
Terminati gli studi liceali a Cherso, frequentò a Campsanpiero il primo anno di Filosofia ma fu ben presto inviato all’Università Gregoriana, a Roma, dove conseguì la laurea in Filosofia nel 1906; nel 1911, alla Facoltà Teologica di S. Bonaventura, quella in Teologia.
Fu ordinato sacerdote dal Cardinale Respighi il 18 settembre 1909 nella Basilica di S. Giovanni in Laterano.
Venne richiesto dal Ministro Generale del suo Ordine, Padre Sottaz, al Collegio di Camposanpiero dove, eletto Guardiano del Convento, rimase parecchi anni facendo scuola di Matematica, Lettere e Filosofia e… “Mi occupai di conigli e di entrate e uscite, assistei durante la guerra all’esodo dal collegio, accolsi soldati italiani e inglesi…”
Nell’autunno del 1921 il parroco diocesano della Basilica dei Frari a Venezia, per motivi d’età, presentò le dimissioni da parroco. Fu l’occasione provvidenziale che i Frati Minori attendevano per poter rientrare nella chiesa che era stata loro tolta nel 1810 secondo la legge napoleonica di soppressione generale degli Ordini Religiosi. Primo Padre Guardiano e parroco dei Frari fu eletto Padre Chialina, che con solenne cerimonia prese possesso della Basilica il 25 gennaio 1922.
Nel 1923 acquistò non lontano dalla chiesa un terreno di circa 300 mq con una casa di cinque locali. Quel terreno, un tempo, aveva fatto parte del grande orto-frutteto dell’antico convento dei Frari, divenuto Archivio di Stato. In luogo della vecchia casa Padre Chialina eresse il nuovo Patronato con sala-teatro e cinematografica, che fu una delle prime sale cinematografiche parrocchiali di Venezia. Fu inaugurata il 15 novembre 1931.
Nel 1924 fu nominato Ministro Provinciale restando parroco ai Frari, per espresso desiderio del Patriarca; tenne infatti la sede del nuovo incarico a Venezia. Il suo provincialato durò due trienni, dal 1924 al 1930. In quegli anni fece restaurare e riaprire, ridandoli ai Frati Minori che li avevano costruiti, varie chiese e conventi, quali
- S. Francesco di Treviso, chiesa costruita nel secolo XIII, che era stata ridotta a magazzino militare
- S. Lorenzo a Vicenza, chiesa costruita nel 1280 e ridotta a caserma e magazzino, fu restituita al culto nel 1927
- S. Francesco a Pola, la chiesa e convento, costruiti nel 1.300, erano rimasti integri fino al 1805 quando i Francesi soppressero il Cenobio trasformandolo in caserma militare dividendo in due piani la chiesa. L’Austria usò gli edifici come magazzino di provviste. Dopo il 1918 il governo italiano decise il restauro degli edifici nelle loro forme originali, che vennero riconsegnati all’Ordine dei Minori nel 1927.
- Chiesa e convento di S. Francesco a Brescia, costruiti dai Francescani nel 1254, e restituiti all’Ordine, come le strutture precedenti, per interessamento del P. Chialina.Il 23 giugno 1927 acquistò un appezzamento di terreno nella periferia milanese corrispondente all’attuale quartiere di Viale Corsica, allora inesistente. Dopo varie peripezie fu costruita una bella chiesa con annesso convento, che si possono ammirare anche oggi.
Nel triennio 1936/39 fu rieletto Provinciale, acquistò il Collegio Teologico di S. Massimo a Padova, fece costruire il capannone del Messaggero, l’importante giornale periodico dell’Ordine tuttora esistente, per il quale acquistò una nuova macchian tipografica, allora ll’avanguardia.
Comprò a Trieste il terreno per la costruzione della chiesa di S. Francesco e a Pola quella per edificare la nuova parrocchia di S. Giuseppe.
Nel 1940, nominato Guardiano a Treviso, fu mandato come Delegato Generale a visitare i conventi della Provincia di S. Girolamo in Jugoslavia. Al suo posto ai Frari era stato inviato Padre Raffaele Radossi di Cherso.
Ai primi di gennaio del 1942 P. Radossi fu eletto Vescovo di Parenzo e Pola.
Padre Chialina ritornò a Venezia. Fu eletto Giudice Ecclesiastico Regionale del Tribunale Metropolitano, nel 1952 Definitore Perpetuo con rescritto della Sacra Congregazione.
Fu parroco ai Frari fino al 1964.
“Per bontà dei superiore – scrive nelle sue memorie – rimango di famiglia nel convento dei Frari a Venezia che è la mia patria di elezione, vicino ai miei fratelli Maria e Antonio. Cherso, dove sono nato, non è più la mia patria, è passata alla Jugoslavia e non si chiama più Cherso ma Cres!”
Qui è rimasto fino al 16 dicembre 1969, quando si è spento all’età di 84 anni.
Questa è la storia degli avvenimenti più importanti della sua vita; una vita spesa per la Comunità e per la sua missione. Di lui “uomo” abbiamo un ritratto tracciato in occasione della sua morte da un confratello che lo conosceva molto bene e che gli era stato vicino negli ultimi anni della vita. Ne riportiamo una sintesi sufficiente, grazie alla sensibilità e all’abilità dello scrittore, a farne un ritratto indimenticabile.
Aspetti di un uomo
di Padre Giuseppe Ungano, un confratello