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dei liberi pensatori

Almeno una volta nella vita ciascuno di noi dovrebbe andare alla celebrazione della GIORNATA DELLA MEMORIA e del GIORNO DEL RICORDO a Trieste. Trieste detiene infatti il triste primato di essere stata la sede dell'unico forno crematorio nazista esistente in Italia, che è ora monumento nazionale denominato "La Risiera", perché tale era prima di essere destinato al suddetto compito.

Ogni anno, dal 2001, il 27 gennaio - data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, prescelta per commemorare la shoah, cioè lo sterminio del popolo ebraico e denominata "Giornata della Memoria" - a Trieste vengono organizzate cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione sulle leggi razziali e su quanto è accaduto al popolo ebraico nonché a coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio degli ebrei e, anche a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati in modo da conservare nel futuro in Italia e in Europa la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia affinché simili eventi non accadano più. Le iniziative vengono rivolte in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado. Il tutto culmina con una solenne cerimonia, organizzata dal Comune di Trieste con la partecipazione di tutti gli altri Comuni della Provincia, alla Risiera di S. Sabba.

Alla celebrazione partecipano proprio tutte le autorità civili, politiche, militari e religiose della città, della Provincia, della Regione .. meno gli esuli giuliano-dalmati! E' da quando, qualche anno fa, ho cominciato a partecipare a questa cerimonia che noto quest'assenza e mi interrogo sulle sue ragioni. Particolarmente suggestive sono, tutti gli anni, le omelie e le preghiere dei rappresentanti delle diverse confessioni religiose esistenti in città, quali il Vescovo per la religione cattolica, l'Archimandrita per la Comunità greco-orientale, il Pope per quella greco-ortodossa e un Pastore per quelle Protestanti.

Queste si concludono sempre con quella del Rabino, che viene salmodiata in lingua ebraica. Sono inoltre sempre presenti coi rispettivi stendardi le Associazione Combattentistiche e d'Arma, l' Associazione Deportati e Perseguitati e quelle dei Partigiani, dei Volontari della Libertà, dei Caduti, dei Sindacati. Un'altra cerimonia significativa si svolge 14 giorni dopo alla Foiba di Basovizza, località sull'altopiano sovrastante Trieste, in cui esiste una miniera di carbone attivata agli inizi del XX secolo e subito abbandonata perché poco produttiva dove nel 1943 e 1945 i partigiani titini gettarono i corpi di un numero imprecisato di vittime.

Essa non è dunque un inghiottitoio naturale come le foibe vere e proprie ma svolse la loro funzione e ne assunse la denominazione. Essa fu dichiarata monumento nazionale, per interessamento di Padre Flaminio Rocchi, di Neresine (isola di Lussino) nel 1992 dal presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro. Il 10 febbraio di ogni anno sulla grande spianata in cui sorge il monumento che copre la voragine si svolge una solenne celebrazione organizzata dal Comune e dalla Provincia di Trieste, dal Comitato per i Martiri delle Foibe e dalle diverse Associazioni e realtà legate al mondo degli esuli istriani fiumani e dalmati. Vi prendono parte tutte le autorità civili e militari della Regione Friuli Venezia Giulia e i rappresentanti di tutte le associazioni combattentistiche e civili ma mancano, a quanto mi risulta, quelle religiose, a parte il Vescovo, che celebra sempre la S. Messa. Alla cerimonia viene sempre invitata qualche importante personalità politica.

Da tutta la penisola giungono poi scolaresche, gruppi provenienti da città e paesi anche lontani guidati dai loro sindaci o da altre personalit; quasi sempre ci sono poi i cadetti di qualche scuola militare. La cerimonia inizia sempre con l’ingresso dei gonfaloni, l’alzabandiera e gli onori ai martiri delle foibe, segue la celebrazione della Santa Messa, la lettura della ‘Preghiera per gli infoibati, composta dall'arcivescovo mons. Antonio Santin e gli interventi delle autorità.

È una cerimonia di grande solennità e suggestione, sempre affollatissima nonostante la stagione inclemente e quindi una temperatura una rigida anche se eccezionalmente c'è il sole, ma un anno durante lo svolgimento della cerimonia si è scatenata una vera e propria tormenta di neve, che ha costretto a ridurre tutto all'essenziale per consentire ai presenti di cercare riparo. Oltre al monumento e nei suoi pressi sono stati apposti nel tempo vari cippi commemorativi, su uno dei quali è incisa la sezione della foiba. Interessante è poi il centro di documentazione.

 

PREGHIERA PER I MARTIRI DELLE FOIBE 

di Mons. Antonio Santin



"O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre, 

dalle profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te. 

Ascolta, o Signore, la nostra voce. 

De profundis clamo ad Te, Domine. 

Domine, audi vocem meam. 

Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. 

E anche noi siamo venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere 

e deporre i nostri fiori, ma anche per apprendere l'insegnamento 

che sale dal sacrificio di questi Morti. 

E ci rivolgiamo a Te, perché tu hai raccolto l'ultimo loro grido, l'ultimo loro respiro. Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, 

costituisce una grande cattedra, 

che indica nella giustizia e nell'amore le vie della pace. 

In trent'anni due guerre, come due bufere di fuoco, 

sono passate attraverso queste colline carsiche; 

hanno seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli; 

hanno riempito cimiteri e ospedali; 

hanno anche scatenato qualche volta l'incontrollata violenza, 

seminatrice di delitti e di odio. 

Ebbene, Signore, Principe della Pace, 

concedi a noi la Tua Pace, 

una pace che sia riposo tranquillo per i Morti 

e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi. 

Fa' che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio 

e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo, 

ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa 

per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso Padre. 

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, 

venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà. 

Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, 

ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra, 

e a tutti noi che siamo vivi 

e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi nostri Morti, 

profonda come le voragini che li accolgono. 

Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. 

Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, 

noi Ti offriamo, o Dio Santo e Giusto, la nostra preghiera, 

la nostra angoscia, i nostri sacrifici, 

perché giungano presto a gioire dello splendore dei Tuo Volto. 

E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà. 

Tu ci hai detto: Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, 

beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio, 

beati coloro che piangono perché saranno consolati, 

ma anche beati quelli che hanno fame e sete di giustizia 

perché saranno saziati in Te, o Signore, 

perché è sempre apparente e transeunte il trionfo dell'iniquità. 

O Signore, a questi nostri Morti senza nome ma da Te conosciuti e amati, 

dona la Tua pace. Risplenda a loro la Luce perpetua 

e brilli la Tua Luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori, 

E per il loro sacrificio fa' che le speranze dei buoni fioriscano.

Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet. 

Così sia".

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