impressione di Patrizia Lucchi Vedaldi
Fatto molto bene, ma, oltre al fatto che l'immagine che offre è che i triestini se fossero rimasti gli americani, avrebbero continuato a ballare il mambo senza aneliti di italianità,, tralascia tre dettagli storici per me di non poco conto.
I tre punti che secondo me andavano affrontati sono: 1) Premesso che correttamente parte dal maggio del 1915 quando a Trieste vennero devastati simboli dell'italianità (in primis l'incendio della sede del quotidiano Il Piccolo). andava ricordato anche l'incendio del Narodni Dom del 13 luglio 1920. Questa mancanza offre inutilmente spazio ai negazionisti, riduzionisti ecc. 2) Tra il Memorandum di Londra (5 ottobre) e la riconsegna di Trieste alla cittadinanza vennero tracciati i confini, con l'occasione furono regalati a Tito ulteriori 11,5 km (circa) ed i 3.500 abitanti di Crevatini, Plavia, Elleri ed Albaro Vescovà (‘operazione ‘giardinetto). 3) Non spiga come mai era avvenuto il passaggio dall'amministrazione americana a quella inglese (filo titina).
Ora mi aspetto che FEDERESULI IN TESTA si faccia carico di affrontare anche gli ultimi due mesi del 1954, così importanti per gli esuli istriani fiumani e dalmati, che portarono all'accordo italo-jugoslavo del 18 dicembre 1954. Ma ho la sensazione che ciò non sarà fatto in nome dei 'buoni rapporti con la Croazia', in compenso verrà istituito (e stanziati fondi) il museo dell'Esodo a Roma, sulla cui utilità se ne può discutere visto che abbiamo già simili esposizione a Trieste, Rome e Fertilia. Spero di sbagliarmi e di ricevere una pronta smentita da parte delle associazioni degli Esuli.
Il 26 ottobre 1954 Trieste tornava definitivamente all’Italia. Nel 70° anniversario della ricorrenza, il documentario “Vola Colomba, Trieste 1954”, proposto venerdì 27 settembre alle 23.10 su Rai 3, ripercorre il lungo e tortuoso cammino di ricongiungimento della città alla madrepatria. In primo piano non solo gli aspetti storici della vicenda, ma soprattutto gli aspetti culturali e sociali che hanno inciso fortemente sull’evoluzione dei costumi della Trieste di quegli anni. Su tutti la presenza degli anglo-americani, che amministrarono la città per ben 9 anni (dal 1945 al 1954), dopo gli orrori vissuti dai triestini durante i 40 giorni di occupazione titina.
È il giornalista Toni Capuozzo ad accompagnare gli spettatori nei luoghi e nelle vicende del tempo, attraverso il racconto della società e della cultura italiana e triestina post-bellica. Il doc è arricchito dalla testimonianza dello storico Paolo Mieli e dalla partecipazione del giornalista Bruno Pizzul. Di rilievo è anche la partecipazione di Italia Giacca, esule istriana, fuggita dalla sua terra di origine per trovare rifugio a Trieste.
“Vola Colomba, Trieste 1954” è prodotto da Venicefilm in collaborazione con Rai Documentari, ed è nato da un’idea di Alessandro Centenaro, per la regia di Renzo Carbonera.
Visibile su RAI Play