recensione di Anna Piccioni
In questo, come chiamarlo? romanzo, documento? Leandro Lucchetti ci porta in Amazzonia. Con il suo stile da documentarista mette il lettore dietro alla sua macchina da presa. Viviamo con lui la sua avventura, sentiamo il caldo appiccicoso del clima equatoriale, ascoltiamo i suoni della foresta, ci fa vivere i misteri nascosti e ben custoditi tra gli intrichi della vegetazione, ci fa solcare le acque dell'Orinoco con sguardo attento a scrutare le insidie che vi nasconde. Gli insetti, i serpenti, gli animali più pericolosi sono a guardia di una natura incontaminata, che la bramosia del progresso vorrebbe annientare.
Pur con uno stile descrittivo in alcuni passi la scrittura dell'autore trova momenti poetici.
Il viaggio ha per meta una popolazione, gli Yanomami, unica tribù incontaminata protetta da leggi speciali, e addirittura dai Salesiani, che dopo aver rinunciato a cristianizzarli, sono diventati i loro difensori.
Questo territorio molto vasto è minacciato da avventurieri, cercatori d'oro, garimpeiros brasilieros:
Il protagonista Loris, io narrante, è accompagnato in questa avventura da MARLOW, meticcio già guida in altre spedizioni, forse con sangue Yanomami, VANIO, CARACAS in realtà Lucio meticcio nato a Roma da padre italiano e madre eritrea, l'operatore, ABELINO, un piaroa conosciuto in altra spedizione, e MARCELO, nero meglio negro, il motorista che regge il timone del fuoribordo del bongo.
Nel lungo viaggio sull'Orinoco, il “COBRA GRANDE” come lo chiamano gli Indios, Loris racconta storie e leggende legate alla ricerca del Paese dell'Oro: un tal Francisco de Orellana, che si separa dalla spedizione comandata da Gonzalo Pizarro; Simon Bolivar nel 1817; un soldataccio basco, Lope de Aguirre a metà del 1500; Alexander von Humbold, suddito prussiano; il mito delle Amazzoni; la leggenda di Yurupari.
Nel mescolare miti e leggende legate a questa parte di mondo così affascinante, l'autore inserisce un intreccio fantastico che trasforma il documentario in romanzo: la ricerca di una suora, che da giovane a Trieste era stata compagna di classe nonché primo amore del protagonista. Dopo trent'anni la possibilità di trovarla è molto difficile, ma il lettore sarà condotto per mano in questa ricerca e si appassionerà ancora di più.