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dei liberi pensatori

Fiabe. Idilli. Sogni. Poesia. Questo il mondo segreto di una scrittrice triestina estremamente prolifica, che ancora una volta produce un testo che si rifà ai valori antichi, agli archetipi dei rapporti tra uomo e donna, a segni, colori e sapori dei paesi del Carso triestino e della sua gente. Il filone delle fiabe, della valorizzazione del folklore, la nostalgia per gesti, per riti, per una visione della vita perduti.

E qui idealizzati: sono la fascinazione dell’Autrice. Così Elena Blancato descrive la dura fatica del lavoro, nei campi, sul mare, nelle case, come gioia laboriosa. Anime semplici, i personaggi protagonisti delle storie, vivono situazioni, relazioni, sentimenti, che sembrano primigeni, fondamentali, necessari. E ancora, l’amore, tra giovani uomini e giovani donne, in un corteggiamento cantato, e il racconto prende lo spunto dalle antiche poesie, dalle tradizioni popolari. Ma anche da France Prešeren.

Questo mondo, costruito su antichi mestieri, su persone che si muovono con semplicità e verità dei tratti, la bellezza dei costumi tramandati da generazione in generazione, il profumo e la fragranza dei fiori nei campi e sul seno delle fanciulle … ricordano in parallelo il dolore della perdita, misto alla felicità della rimembranza, il sentimento dolce/amaro che agita il mondo dei bozzetti istriani cantati dallo scrittore polesano Guido Miglia.

Le pagine di Elena Blancato si fanno leggere come un respiro che dà leggerezza, fanno sognare, fanno ritornare i lettori ingenui e bambini, ed essi, leggendo, si riposano mentalmente dalle fatiche, dai contrattempi, dalle difficoltà quotidiane, dall’appiattimento degli usi, il livellamento delle esperienze, l’egoismo narcisistico, il consumismo, la cancellazione di ogni attimo di sospensione, la fretta, l’ansia di accumulare … E allora non importa più che la descrizione pittorica dell’Autrice, l’adesione lineare ai buoni valori antichi, facciano dimenticare l’altra faccia della medaglia, quella di vite votate al sacrificio, a dure routines quotidiane, all’adesione e all’accettazione totali, acritici, del proprio destino. E anche la delusione d’amore, l’incomprensione, il rifiuto, sono vissuti in termini sfumati, non drammatici, direi piuttosto quasi elegiaci. Elena Blancato vede solo il lato positivo, ma infonde sorriso e speranza.

Elena Blancato, L’anima del Carso, Talos Edizioni, Cosenza 2017

Silva Bon

 

 

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