di Carmen Palazzolo
La lampada della pace è una riproduzione di quella che arde dinanzi la Tomba di San Francesco ad Assisi. Essa rappresenta l'essenzialità del messaggio francescano attraverso ai suoi elementi costitutivi: il vetro che simboleggia la purezza e la limpidezza, l'olio che rappresenta la medicazione e incarna il desiderio di rinascita sociale, politica ed evangelica.
Essa, denominata pure “Luce di S. Francesco”, è un’onorificenza che viene concessa dai frati del Sacro Convento Francescano di Assisi, per la durata di un anno, alle personalità politiche, culturali e della società civile che si sono contraddistinte per il loro impegno di pace, dialogo e accoglienza. Nel tempo è stata assegnata a Lech Walesa, al Dalai Lama, a Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta, Yasser Arafat, Betty Williams, Mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, Mikhail Gorbaciov, Ingrid Betancourt, Mohamed ElBaradel, Benedetto XVI, Shimon Peres, Mahmoud Abbas, Papa Francesco, Juan Manuel Santos, Angela Merkel.
Quest’anno essa è stata assegnata al re Abdallah II di Giordania per il suo impegno nella promozione dei diritti umani, aver offerto un rifugio sicuro a milioni di profughi, la sua cura della promozione dell’armonia interreligiosa, la riforma dell’istruzione e la tutela della libertà di culto, come ha ricordato il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, nel suo saluto prima della consegna della Lampada.Alla toccante cerimonia nel convento di Assisi erano presenti il presidente del Consiglio della Repubblica italiana Giuseppe Conte, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani e il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti oltre a 212 giovani provenienti da 32 nazioni. “Nell’offrire a lei la Lampada della pace – ha affermato padre Gambetti – le affidiamo anche il sogno della fraternità universale, che le chiediamo di promuovere anche presso le Nazioni Unite”. Egli ha poi lanciato un appello all’Europa perché abdichi “ad illusorie quanto malsane aspirazioni sovraniste”.
Angela Merkel, che ha detenuto il premio nel 2018, ha ricordato nel suo discorso come la Giordania sia un Paese aperto all’accoglienza. “Ha 10 milioni di abitanti ed ha concesso protezione a più di 770mila profughi dalla Siria, e sono solo cifre ufficiali. È come se la Germania ne accogliesse 5 milioni e l'Italia 4 milioni: noi europei facciamo bene a essere consapevoli di tali dimensioni - ha affermato la Merkel - questo ci impone il massimo rispetto ma anche la solidarietà”. La cancelliera ha poi sottolineato l’importanza di “vedere il mondo con lo sguardo dell’altro, di prestare ascolto all’altro”. Serve “rispetto reciproco”, rispetto dei legami religiosi che rafforzano la convivenza pacifica. E, a simboleggiare questo rispetto per l’altro e quindi l’importanza di abbattere le barriere tra i popoli, Angela Merkel ha donato al Convento di Assisi un pezzo del muro di Berlino.
Per ultimo ha parlato, dopo aver ricevuto il riconoscimento della comunità francescana, a braccio, vivamente commosso, re Abdullah. Egli ha iniziato il suo discorso chiedendo un minuto di silenzio per le vittime nelle moschee di Christchurch e per "tutte le vittime dell'odio".
Ha poi proseguito ringraziando il premier Giuseppe Conte. “L'Italia – ha detto - è un grande amico della Giordania, un partner importante negli sforzi per la pace, soprattutto nella mia regione". Egli ha quindi salutato quella che ha definito "la mia cara amica Angela Merkel". Proseguendo, non ha parlato solo della Giordania ma, in un momento in cui la tensione in Medio Oriente torna ad essere molto alta, ha posto l'accento sulla crisi israelo-palestinese sottolineando l'importanza di proteggere Gerusalemme e, prima di ogni altra cosa, di trovare una "soluzione definitiva" alla questione, che può avvenire solo riconoscendo la Palestina come uno Stato autonomo. È proprio questo l'augurio che ha espresso ad Assisi: "Auspichiamo - ha detto - uno stato sovrano palestinese, autonomo e indipendente, nei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale, ove si garantisca anche la sicurezza di Israele, come parte integrante della regione, riconosciuta dai paesi arabi e musulmani di tutto il mondo".