Si svolge, fra il 16 e il 20 aprile 2018 a Trieste la campagna della prevenzione alcologica promossa da Ministero della Salute, Azienda sanitaria di Trieste, Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS, Società Italiana Alcologia, Società Italiana Alcolisti in Trattamento e altri.
Il programma prevede una serie di eventi che vanno dalla mostra di fotografie di Christian Milotich in Palazzo Costanzi agli incontri con lo psicanalista Aldo Becce e gli operatori della Struttura per le Dipendenze Legali e a quello dedicato alla condivisione delle esperienze nelle Associazioni di volontariato, alla presentazione del volume "Ad alto grado" sulle esperienze dei familiari oltre alla proiezione di un filmato, in collaborazione con la "Mediateca Cappella Underground".
Ma che cosa è l'acolismo? L'alcol etilico è classificato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come una sostanza psicoattiva che può determinare effetti tossici sull'organismo e capace di indurre dipendenza e danni fisici, psicologici e sociali. L'aspetto più grave di questa malattia è il fatto che l'abuso di alcol crea dipendenza, il che significa che l'alcolista non è capace di controllare il suo rapporto con l'alcol per cui sente un forte e impellente bisogno di bere; una volta cominciato a bere non è in grado di smettere; sente il bisogno di assumere sempre più alcol per provare i medesimi effetti; ha sintomi di astinenza se non beve che, in casi gravi possono manifestarsi con tachicardia, tremori, nausea, vomito, agitazione, convulsioni, allucinazioni.Il consumo dell'alcol è fortemente influenzato dal contesto culturale, sociale, economico e politico.
Non esistono quantità considerabili “sicure” di consumo alcolico e, maggiore è il consumo, maggiore è il rischio per la salute e la sicurezza. L'alcol esplica dapprima un'azione eccitante che, con l'aumento della quantità assunta, si trasforma in depressione con elettività sulle funzioni cerebrali che regolano il meccanismo dei controlli inibitori corticali. Esso riduce i freni inibitori e influenza pensieri, emozioni e capacità di giudizio. Incide poi, in maniera più o meno evidente, sugli organi di senso: restringe il campo visivo, disturba la visione binoculare, diminuisce la capacità di valutare correttamente i suoni, e soprattutto compromette la capacità di giudizio.
I suoi effetti – secondo la Società Italiana di Alcologia, la Società Italiana di Medicina Generale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri Enti e Istituzioni – sono organici (epatiti, gastriti, pancreatiti, ecc), psicologici (riduzione delle capacità cognitive, depressione o euforia, ecc), sociali (violenze familiari, incidenti sul lavoro, incidenti stradali, incidenti domestici, problemi di ordine pubblico ecc) per cui, rappresentando una delle principali cause di mortalità e morbilità, si può dire che esso è uno dei più importanti fattori di rischio per la salute dell’uomo.
Ogni anno sono infatti attribuibili, direttamente o indirettamente, al consumo di alcol: il 10 % di tutte le malattie, il 10 % di tutti i tumori, il 63 % delle cirrosi epatiche, il 41 % degli omicidi ed il 45 % di tutti gli incidenti, il 9% delle invalidità e delle malattie croniche (di lunga durata).L'alcolismo è dunque un importante problema sociale, che giustifica un grande impegno nella prevenzione perehé riguarda non solo il soggetto ma anche la sua famiglia, può avere conseguenze sul lavoro, la guida dell'automobile e i rapporti della persona con la famiglia e con gli altri.
Per le sue conseguenze sull'organismo, esso implica inoltre un notevole onere economico per la sanità, che non va sottovalutato.
Carmen Palazzolo