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dei liberi pensatori

Intervento di Anna Piccioni

INTRODUZIONE

Per preparare l'evento a èStoria di quest'anno il cui titolo è “Date” mi sono chiesta perché in Italia non sia possibile avere una data condivisa; in modo particolare il 25 aprile e il 2 giugno. Tutti dovremo sapere che il 25 aprile del 1945 ha segnato non solo la fine di una guerra fratricida, ma anche la vittoria sui nazisti occupatori e inizio di una nuova epoca molto faticosa da ricostruire, ma che avrebbe dato vita a un nuovo Paese democratico; con il referendum del 2 giugno del 1946 gli Italiani e per la prima volta anche le Italiane hanno scelto la Repubblica. 

 

DOCUMENTAZIONE

La risposta l'ho trovata nell'analisi di cosa significhi oggi Democrazia e Repubblica, o meglio ancora come stanno in salute la Democrazia e la Repubblica. In questo percorso mi sono avvalsa della lettura di autori autorevoli che si sono occupati di questi argomenti: Carlo Galli, Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg, Norberto Bobbio, Noam Chomsky, Giovanni Sartori e questi stessi autori mi rimandavano ad altri studiosi dell'argomento; non ho potuto poi esimermi di fare un approfondimento sul significato della Storia e della memoria consultando Jacques Le Goff.

Infatti noi oggi vediamo che il ruolo dello storico è alquanto confuso da chi non sa cosa significhi fare Storia e spesso i fatti storici sono inficiati dalle memorie, che certamente sono importanti, ma compito dello storico come un bravo giudice delle indagini preliminari è quello di ascoltare tutti i testimoni, e sapere valutare quelle testimonianze: quanto siano veritiere e quanto invece dettate dall'emotività, dal vissuto, dal particolare. Spesso le memorie sono confuse con la mera propaganda.

Ma tornando agli autori citati li ho scelti per la serietà e l'obiettività con cui hanno analizzato il problema della nostra Democrazia. Già i titoli dei loro saggi sono un segnale del malessere “Il disagio della Democrazia” e “Democrazia ultimo atto?” di Carlo Galli, “Contro la Dittatura del presente” di Gustavo Zagrebelsky, “ La democrazia che non c'è” di Paul Ginsborg, “Democrazia cos'è” di Giovanni Sartori. , e “Dialogo intorno alla Repubblica” di Norberto Bobbio e Maurizio Viroli.

 

SIGNIFICATO ORIGINE DELLA PAROLA DEMOCRAZIA

Parto dalla definizione classica di Democrazia: governo del popolo. Ma quale popolo? Nell'antica Atene il popolo con diritto di partecipare alla vita politica erano gli Aristocratici, donne meteci, schiavi erano esclusi. Quindi non tutto il popolo. In Democrazia una parte di popolo governa su un'altra parte di popolo. Nei governi liberali prima della Grande Guerra si aveva diritto di voto per censo (siamo sempre lì i più ricchi decidevano) poi Giolitti estese il suffragio a tutti gli uomini (le donne sono ancora escluse , perché ritenute incapaci di fare scelte politiche). Dopo la guerra nel 1919 Mussolini con il suo discorso di piazza San Sepolcro prometteva uno Stato repubblicano e il diritto di voto alle donne, ma poi sappiamo come andò a finire dopo il 1924 ultime elezioni pseudo democratiche (le donne escluse, si votava con un sì o un no per il Listone) ed ebbe inizio la fascistizzazione dello Stato, fine della libertà di pensiero, di azione, e i dissidenti imprigionati o mandati in esilio. Lo Stato fascista pensava a tutto! E arriviamo al 25 aprile 1945 Festa della Liberazione, chi c'era quel giorno testimonia l'entusiasmo e il desiderio di ricostruire.

 

STATO DI SALUTE DELLA DEMOCRAZIA

Sono passati 79 anni e quell'entusiasmo si è logorato, molti e molte non credono più nelle Istituzioni e nella Politica che è la sostanza della Democrazia perché? Perché la Democrazia non ha mantenuto le sue promesse: prima di tutto l'uguaglianza. La garanzia di uno Stato democratico è la Costituzione che definisce i diritti e i doveri di tutti i cittadini/e e i principi fondamentali su cui si regge. In particolare l'art. 3 dove tutti i cittadini sono uguali e il secondo comma stabilisce l'impegno dello Stato a rimuovere gli ostacoli : liberare l'uomo da tutto ciò che gli impedisce di liberarsi (Galli Democrazia ultimo atto?)

La Democrazia non sta mai da sola è sempre accompagnata da un attributo: partecipativa, rappresentativa, deliberativa: il popolo partecipa eleggendo i suoi rappresentanti, ma poi i rappresentanti hanno il compito di ascoltare le proposte dei cittadini. Per qualcuno i capisaldi della democrazia, sovranità della legge, libertà di opinione, magistratura, informazione, indeboliscono la democrazia.

In questi ultimi anni stiamo assistendo a disaffezione, disinteresse, sfiducia da parte dei cittadini.

Il motivo sta nel fatto che lo Stato democratico si è un po' alla volta trasformato in uno Stato oligarchico dove predominano gli interessi finanziari sugli interessi dei cittadini

 

RIBALTAMENTO DEI VALORI IL DOMINIO DEL MERCATO

Dopo la caduta del muro di Berlino la contrapposizione tra capitalismo e comunismo, tra liberalismo e social democrazia, ha perso la sua ragione di essere; il liberalismo ha fagocitato la social democrazia . Gli interessi dei partiti del”popolo” non erano più quelli di risolvere lo stato sociale, ma solo interessi del capitale. Il denaro non è più un mezzo per investire nell'azienda e nel lavoro, ma è fine e mezzo insieme del capitale. L'economia di mercato della social democrazia produceva ricchezza, forze del lavoro organizzate; lo Stato provvedeva alla distribuzione delle ricchezze e prevedeva una cittadinanza universale e concreta Da quando la politica fa più gli interessi dei cittadini, ma interesse dei mercati, la grande Finanza decide ed entra a gamba tesa nelle decisioni politiche. Zagrebelsky chiama questo fenomeno UROBORO, il serpente che si mangia la coda: chi sta nel cerchio più interno gode di tutti i vantaggi, chi è nella prossimità del cerchio accetta di essere servo e poi ci sono tutti gli altri, la maggioranza esclusa. Il potere sostiene e rivitalizza il denaro, il denaro sostiene e rivitalizza il potere.

 

SERVILISMO E ARROGANZA

Infatti noi assistiamo a molto servilismo verso i potenti e arroganza verso i più deboli. Poi ogni tanto il Governo dà qualche contentino, una miseria, per tacitare ogni tentativo di rivolta. Un tale Étienne de la Boetié nel 1576 scrisse un discorso su “la servitù volontaria”: un principe può contare su un piccolo manipolo si soldati, che lo difendono, ma chi gli permette di mantenere il potere sono quelle dieci persone attorno a lui con scambio di favori, ognuno di questi a loro volta hanno altri dieci sotto che lo favoriscono avendo in cambio privilegi, a loro volta anche gli altri hanno altri sottomessi e così si forma una compagine di asserviti che non tradiranno mai. Non si pensa male se anche oggi succede questo, ma è una servitù democratica.

Se la Democrazia significa tutela dei benefici, garanzia di vita dignitosa, istruzione e tutela della salute, riconoscimento dei diritti sociali, politici, economici, per ognuno come sancisce la Costituzione, perché si entra nel giro dell'arroganza e del servilismo con la perdita della libertà?[C'è un trattato edito da Laterza su “Il disagio della libertà” scritto da Corrado Augias, che dimostra come il popolo italiano, fin dal tempo dell'impero romano preferiva essere servo o clientes piuttosto che cittadino libero: la libertà impegna a delle scelte e scegliere è faticoso.]

 

NEMICI DELLA DEMOCRAZIA

Se un tempo i nemici della Democrazia erano Fascismo e Comunismo, nemici esterni, oggi i nemici sono interni alla Democrazia stessa: populismo, iperliberalismo. La Democrazia non è più minacciata dalle masse, ma dalla loro apatia.

Si riscontra una forma di appiattimento, di anonimato e come dice Carlo Galli il populismo è una passività di masse mascherata da attività: una delle forme più vistose del disagio della democrazia...il disagio deriva da adeguazione rabbiosa, rassegnata alla cattiva democrazia segno di una mancanza...cittadino ingannato...(Disagio della democrazia Carlo Galli

Abbiamo visto come l'età della globalizzazione ha portato a identificare il capitalismo con il Mercato che pretende solo sviluppo e profitto, quindi competitività al posto della solidarietà che è uno dei capisaldi della democrazia.

Questa supremazia della Finanza sulla Politica ha ridotto i cittadini a consumatori: il senso civico è sostituito dalla manipolazione mediatica.

Nel momento in cui la Politica ha abbandonato le piazze e il dialogo diretto con i cittadini è venuto meno il patto sociale: tutto si svolge nelle segrete stanze, non si ascoltano i bisogni, anche se la propaganda dice il contrario.

COSA FARE PER SALVARE LA DEMOCRAZIA

Gli scrittori saggisti che ho citato sopra cercano di dare delle risposte. Norberto Bobbio in Il futuro della Democrazia”ricorda che Democrazia e Tecnocrazia sono antitetici (i governi tecnici hanno fatto l'interesse dei Mercati) quindi è necessario ripristinare i requisiti minimi della Democrazia: prima di tutto una decisione collettiva presa da un molto alto numero di persone; secondo rispettare la regola della maggioranza; terzo metter in condizione di poter scegliere: le decisioni possono basarsi su alternative reali. Tener conto dei vari soggetti di mediazione, come dice Paul Ginsborg in La Democrazia che non c'è ripristinare la Democrazia deliberativa cioè la Politica, o meglio i politici devono ascoltare i gruppi di opinione dei cittadini perché sono espressione delle esigenze provenienti dal basso, un tempo si chiamavaprincipio di sussidiarietà... Per rivitalizzare la Democrazia è indispensabile connettere rappresentanza e partecipazione, economia e politica, famiglia e istituzioni.

Inoltre Carlo Galli in “Il disagio della Democrazia” scrive che bisogna volere la Democrazia... rimuovere gli ostacoli...rilanciare la Democrazia partecipataBisogna recuperare lo spirito critico non confondere l'uguaglianza col conformismo, i diritti con i privilegi e superare il consenso passivo. Ci dice Galli che bisogna volere la Democrazia e ciò è possibile dal buon funzionamento delle istituzione ( Sartori ,Dahl); è necessario per la Democrazia che ci sia il popolo altrimenti non ha ragione di esserci, viene meno il fine Umanistico.

La Democrazia è nata come affermazione della dignità delle persone. (Scuola di Francoforte)

Per tutti c'è un punto fondamentale per salvare la Democrazia ed è la formazione, l'istruzione: quindi la scuola ha un ruolo importante perché è scuola di Democrazia.

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