... si rilassa. Macron ha vinto.
Una campagna elettorale lunga e che nel secondo turno ha trovato ben pochi elementi degni di quell'attenzione che la politica,quella politica, quella vera, quella importante, richiede.
Due settimane che hanno mostrato solo litigiosità tra i candidati, aggressività da parte di alcuni facinorosi, tanti pettegolezzi e null'altro.
Quale potesse essere la scelta migliore per la Francia solo i francesi possono dirlo. Quale sia stata la scelta migliore per l'Europa lo hanno detto le urne in cui sono confluiti i voti proprio dei francesi.
Due candidati che rappresentavano sostanzialmente in entrambi i casi visioni superate: Marine Le Pen, una posizione nazionalistica ormai datata e non attuale ai tempi in cui il mondo punta al gigantismo contrapposto. Macron, una figura che, nascosta dalla giovane età, in realtà mostra solo una continuità di una politica legata ad una visione unidirezionale, soprattutto in una via europea, una via già percorsa.
E il tutto quando si ha proprio bisogno sì di una visione europea ma profondamente modificata negli schemi e, in particolare, nella gestione dei ruoli principali.
Un'Europa dei popoli sia come elemento fondante ma anche come vera espressione di sovranità e che può derivare solo ed esclusivamente da un'oggettiva limitazione delle sovranità degli Stati membri.
Di fronte ad un sistema economico finanziario sempre più dominante, le limitazioni di sovranità sembrano già esserci e favorire maggiormente i grandi sistemi economici anziché la sovranità popolare, che, ormai, sembra divenire un concetto da manuale di scienza politica..
E allora? Chi ha vinto?
Ha vinto Macron e, in un momento delicato per la struttura europea, la speranza è che,ridimensionato il pericolo “populismi”, l'Unione Europea sappia trarre ispirazione ed insegnamento e, a distanza di 60 anni dai Trattati di Roma, guardi a questa esperienza come uno stimolo ad intraprendere serie e vere riforme indirizzate all'interesse europeo e non a quello dei singoli Stati membri.
La Francia ha deciso e adesso si troverà ad affrontare un altro passo: le elezioni legislative. Un Paese a rischio di ingovernabilità se gli esiti del voto non daranno una maggioranza coincidente con la politica del nuovo Presidente mentre, poco distante, un Regno Unito sempre più solo, si trova ad affrontare il serio problema di una forte volontà di congiungimento delle due Irlande.
Il tutto ispirandosi alla precedente esperienza della riunificazione tedesca, porterebbe l'Irlanda del Nord a rientrare nell'Unione Europea.
Effetti di volontà non europeiste, di apparenti successi, di sconvolgimenti degli ordini geopolitici.
In ogni caso, l'Europa ringrazia la Francia e... tutto proseguirà. Come prima?
Di Biagio Mannino.
NOTA: articolo tratto dal blog “Il vento di nord est” www.ventodinordest.wordpress.com .
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