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dei liberi pensatori

Chi è ? Don Francesco Bonifacio è uno dei sacerdoti istriani martiri della fede. Secondo la ricostruzione che ne è stata fatta, venne fermato da due guardie della Difesa Popolare mentre stava tornando alla sua Cappellania di Villa Gardossi (Crassiza) da Grisignana, dove era andato a trovare l'amico e confratello don Rocco.

Dopo averlo fermato - come videro alcuni contadini che tornavano dal lavoro nei campi - venne accompagnato verso un bosco vicino ad una vigna ... e sparì. Di lui non si seppe più nulla nonostante le ricerche subito avviate da uno dei suoi fratelli e da un amico.

 Eppure sembra che il suo martirio abbia avuto dei testimoni, che in seguito hanno raccontato che fu sottoposto a un processo dal Tribunale del Popolo, accusato di colpe inesistenti, minacciato di morte, malmenato, picchiato e alla fine ucciso con colpi di pietra alla testa e alcune coltellate alla gola. E durante tutto il suo martirio egli pregò, chiese perdono a Dio per i suoi peccati e perdonò i suoi persecutori.

Questo prete non ha smesso di essere prete sino alla morte, ha riferito uno dei suoi persecutori. Non si sa però né dove è avvenuto il suddetto processo nè dove sono state deposte le sue spoglie nonostante le lunghe e accurate ricerche. Ma perché tanto accanimento? Semplicemente perché, in un regime ateo e privo di libertà di pensiero e di professare una fede religiosa, egli esercitava con zelo la sua missione di sacerdote e cioé, celebrava le funzioni religiose della tradizione cristiano-cattolica, ma soprattutto insegnava il catechismo ai bambini e, ovunque andò fondò subito l'Azione Cattolica nei suoi vari rami cosa che, per il regime jugoslavo del tempo, significava indottrinare i giovani.

Ed era proprio così, anche se si trattava dell'insegnamento della dottrina di Dio e non di un qualche partito avverso al regime e per dimostrarlo basta leggere qualche stralcio del suo diario o delle sue meditazioni, delle quali riproduciamo una pagina, che l'IRICI ha esposto nella mostra che gli ha dedicato, da dove è tratta pure l'altra immagine, che illustra questo scritto. Nel 1998 don Francesco è stato proclamato "Beato martire, ucciso in odium fidei" dopo un lungo processo del Tribunale della Diocesi di Trieste,  presieduto dal vescovo mons. Eugenio Ravignani.

[Carmen Palazzolo]

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