di Anna Piccioni
Ho sempre avuto una passione per i romanzi storici, se poi riguardano la storia della mia città, Trieste, vengo coinvolta totalmente.
Maria Luisa Grandi racconta la storia della famiglia von Sonderburg dall'inizio del '900 fino ai nostri giorni in tre volumi; “La famiglia von Sonderburg - fuga e ritorno”, ”Ritrovarsi”, “L'antico cancello”; la storia di tre generazioni vive nella Storia di questi luoghi passando dalle carrozze alle moderne automobili, tra le tragedie di due guerre mondiali e in mezzo alla dittatura fascista.
La Storia coinvolge e rende protagonisti i personaggi. L'aspetto più interessante è che l'autrice mette in evidenza come Trieste sia sempre stata un insieme di culture e di lingue. La storia dei von Sonderburg, anche se con nome tedesco, è l'espressione di quella aristocrazia di origine austriaca, sempre vissuta in questa città, e in loro le sorti di Vienna e Trieste si mescolano. Attraverso la loro storia, soprattutto nel primo volume, si scopre la città da un'altra angolatura: la nobiltà di stirpe e la ricchezza di molti triestini grazie ai commerci del porto franco si uniscono. Inoltre ci sono molti del contado, per lo più di lingua slovena e croat,a che lavorano dignitosamente nelle case dei ricchi nobili, rispettati per la loro dedizione e fiducia.
Mentre scrivo questi rapporti idillici, forse qualcuno avrà da dire, ma il mio intento è quello di metter in evidenza quell'aspetto che ha sempre distinto Trieste: lo spirito di tolleranza caratteristica di una città cosmopolita.
La Storia ci racconta come lo scoppio della Grande Guerra ha scombussolato questo equilibrio, inoltre la guerra qui è iniziata nel 1914 e triestini di lingua italiana, slovena e poi croati e ungheresi e tutta la povera gente dell'Impero sono stati mandati a combattere in Galizia (Ucraina) contro i Russi subendo una disfatta terribile. Intanto a Trieste alcuni gruppi irredentisti scappavano per andare a combattere con l'Italia contro l'Austria. Anche nella famiglia von Sondeburg Carlo, uno dei figli, è preso dalle idee irredentiste, ma dovrà abiurare per evitare la forca e sarà mandato a combattere sul fronte franco.tedesco, facendosi onore vivendo la tragedia della guerra di trincea e la prigionia in Africa. Intanto l'altro fratello, Ferdinando, medico, sarà negli ospedali di campo vicino alle trincee a curare corpi martoriati e ad un certo punto non guarderà il colore della divisa per dare il suo soccorso. La fine della Guerra e l'arrivo dell'Italia e la caduta dell'Impero, sarà un colpo per i conti Franz e Caterina, ma non per i figli: Ferdinando continua la sua attività medica all'Ospedale e Carlo, dopo una rocambolesca fuga dalla nave che lo sta portando in Italia, ancora nemico, andrà poi a Firenze per continuare gli studi. Lo spirito ribelle continuerà anche nel nipote Francesco, che sarà attivo nella guerra di Liberazione partigiana.
Oltre gli uomini della famiglia von Sonderburg non vanno dimenticate le donne, sempre presenti e vigili vicino ai loro compagni: Caterina, la colonna della famiglia, punto di riferimento delle nuore Valeria ed Eleonora, ma soprattutto la nipote Sofia, che dimostrerà coraggio fermezza e determinazione in tutte le sue scelte anche quella di partire per l'America.
Tre generazioni che mantengono i valori originali e che condividono l'amore per la città, la loro città, sia Vienna che Trieste, e si ribellano ai soprusi e alla violenza; tra essi l'italiano, il tedesco, lo sloveno e il triestino sono un'unica lingua.
Credo che non vada sottovalutato il ruolo fondamentale della casa padronale a Scorcola, sempre pronta ad accogliere i suoi padroni con il suo parco enorme che arrivava fino alla Strada per Opicina, la scuderia con i cavalli e, davanti, la fontana con la statua di una giovane che rappresentava la Bora. Ora la villa non c'è più, moderni palazzi hanno cancellato un pezzo di Storia.
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