di Carmen Palazzolo
Dopo aver lungamente lottato come un leone, com’era nel suo carattere, contro la malattia che lo stava dilaniando, essa ha prevalso e, a 86 anni, egli se n’è andato. E, ultimo atto del suo passaggio su questa terra, lo Stato gli ha tributato solenni funerali il 15 giugno 2023, alla presenza di credo tutte le autorità politiche italiane, di ogni colore, compreso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e in mezzo a un bagno di folla comune. E in questi giorni si è molto parlato di lui ovunque, come merita una persona intelligente, operosa, un grande imprenditore e un politico che ha indubbiamente dato un’impronta a un periodo della storia italiana; un leader ma non certamente un santo come si è quasi cercato di presentarlo da qualcuno.
Egli fu certamente molto amato, quasi adorato da molti, che evidentemente non tenevano conto del fatto che fin dall’inizio egli dichiarò che sanità e scuola non erano compito dello Stato; e di chi mai lo sarebbero se non dello Stato? Che non ebbe alcun rispetto per le istituzioni come la magistratura, che la nostra stessa società ha creato a sua tutela, e lo stesso presidente della Repubblica, che durante il suo mandato politico fu Giorgio Napolitano.
Dunque indubbiamente un leader ma, se positivo o negativo ce lo dirà la Storia.